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Epatite C, il Ministero della Salute dovrà risarcire con 170 mila euro i familiari di un agrigentino

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La Corte d’Appello di Palermo, in linea con la Cassazione, ha condannato il Ministero della Salute a risarcire i danni conseguenti alla contrazione di epatite c per 170 mila euro. I fatti che hanno visto coinvolto un ottantenne agrigentino risalgono al 1991, quando a seguito di un intervento chirurgico lo stesso ha contratto il virus hcv, sviluppando successivamente un’epatite cronica.  

Il Tribunale di Palermo aveva rigettato le richieste risarcitorie per asserita prescrizione. L’uomo, assistito dall’avvocato Lucia Lo Scalzo, ha impugnato la sentenza di primo grado, ottenendo ristoro dei danni subiti nella misura di 170 mila euro che verranno però liquidati ai suoi eredi, poiché lo stesso è nel frattempo deceduto.  La sentenza che è stata tempestivamente notificata all’Avvocatura dello Stato, non è stata impugnata entro i termini legali e quindi è divenuta definitiva. Ha stabilito anche la condanna in capo al ministero alla rifusione delle spese per entrambi i gradi di giudizio. L’avvocato Lo Scalzo si dice pienamente soddisfatta della sentenza “che ha stabilito un nesso eziologico tra la contrazione dell’hcv e la somministrazione di emoderivati, i quali evidentemente non erano stati adeguatamente controllati, nonostante fosse già entrato in vigore il “piano sangue” con la legge 4 maggio 1990 numero 107 che imponeva in capo al ministero un’attività di controllo, direttiva e vigilanza in materia di sangue umano”. Si attende, adesso, il decorso del termine legale per la liquidazione della sentenza da parte della pubblica amministrazione; in caso di mancato adempimento sarà necessario rivolgersi al Tar per l’ottemperanza a giudicato.

Nella foto, l’avvocato Lo Scalzo

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