Il 2 dicembre 2022 sarà la Corte di Cassazione a pronunciarsi sul principale troncone di un processo per il quale la Corte di Appello di Palermo, lo scorso anno, ha confermato la sentenza di condanna a 8 anni di reclusione e 80 mila euro di multa nei confronti della madre di una ragazzina minore di 14 anni che avrebbe subito atti sessuali a Menfi e Gibellina.
La madre è un personaggio centrale della vicenda, arrestata dai carabinieri durante le indagini preliminari e che non ha mai lasciato il carcere. I giudici di appello hanno accolto la richiesta di conferma della sentenza di primo grado, che era stata avanzata dal procuratore generale, anche per i menfitani Vito Campo, di 69 anni, e Calogero Friscia, di 25 anni, rispettivamente a 6 e 4 anni di reclusione. Campo è ai domiciliari, mentre Friscia presso una comunità.
Anche il loro difensore, l’avvocato Calogero Lanzarone, ha presentato ricorso in Cassazione e deciderà la terza sezione della Suprema Corte nell’udienza del 2 dicembre 2022. La ragazzina, secondo l’accusa, sarebbe stata costretta a subire rapporti sessuali e la madre avrebbe favorito accompagnandola nei luoghi dove si consumavano gli incontri sessuali per somme che andavano dai 30 ai 200 euro. Le difese con gli avvocati Antonino Sutera per la madre e Calogero Lanzarone per gli altri due imputati hanno contestato l’attendibilità delle dichiarazioni della minore. Due mesi fa nell’altro troncone di questo processo la terza sezione della Corte di Appello di Palermo ha assolto un menfitano dall’accusa di avere avuto rapporti sessuali con la minore e stralciato per motivi di salute la posizione di un altro imputato che poi è deceduto.
Nella foto, l’avvocato Calogero Lanzarone