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Busta paga a metà, cosa fare se accade

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Lavorare è l’ambizione massima che ogni singolo individuo ha per vivere una vita dignitosa, e tranquilla. Quando finalmente si riesce a trovare un’occupazione, il timore che la paga possa all’improvviso calare è sempre dietro l’angolo: dunque in caso di stipendio a metà, come ci si comporta? A questa domanda si può rispondere tenendo ovviamente conto della busta paga complessiva, del tipo di contratto di cui gode il lavoratore, e tanfo altro ancora. Fermo restando che puoi raccogliere più dettagliate informazioni sull’argomento leggendo la news su LettoQuotidiano, cerchiamo anche noi di darti qualche delucidazione a riguardo, soprattutto in materia di diritti e tutele che lo stato italiano mette a disposizione dei lavoratori allo scopo di scongiurare il pericolo di ritrovarsi uno stipendio a metà.

Quali tutele ci sono per i lavoratori

Qualunque sia la situazione concernente il rapporto di lavoro, è fatto salvo il divieto per il datore di lavoro di modificare unilateralmente il contratto. È di fondamentale importanza infatti che i dipendenti ricevano una busta paga commisurata al numero di ore e alla qualità della prestazione di lavoro offerta. Solo così si può assicurare una vita dignitosa e del denaro che possa permettergli di soddisfare ogni suo bisogno. Quando un lavoratore trova occupazione, il datore ha l’obbligo di inquadrarlo selezionando la categoria di livello sulla base della sua esperienza e del ruolo che ricopre. L’importo che gli viene proposto è frutto di un accordo (quindi che prevede il beneplacito di entrambe le parti) tra datore di lavoro e dipendente. Dunque in caso di busta paga dimezzata cosa accade?

A chi può accadere la busta paga dimezzata

Riallacciandoci al discorso appena fatto, essendoci la totale trasparenza sugli accordi fatti, ogni lavoratore sa bene cosa gli aspetta a seguito dell’accordo firmato. Conosce il valore della busta paga, che si sussegue in modo standard ogni mese. Quando quindi ci si ritrova senza motivo con una busta dimezzata, vuol dire che il lavoratore ha subito una violazione del divieto di modifica del contratto di lavoro (il quale come già detto non può essere unilateralmente, autonomamente e liberamente modificato dal datore di lavoro). In base al livello di inquadramento che è stato stabilito con contratto, il datore ha il divieto assoluto di versare uno stipendio che abbia importo inferiore rispetto al salario stabilito nel predetto contratto.

Calcoli di eventuali buste paga dimezzate

In caso di busta paga a metà, il lavoratore ha la possibilità di effettuate il calcolo. Ovviamente è complicato ottenere un quadro completo della busta paga, dal momento che al suo interno convergono numerose voci quali ad esempio contributi previdenziali, detrazioni fiscali, voce IRPEF e tanto altro ancora. Non solo è presente la parte anagrafica nel cedolino, ma anche altre voci e sezioni. Una di queste riporta al suo interno il numero effettivo di ore svolte, nonché le ferie maturate. Inoltre, c’è anche da dire che si possono fare i giusti controlli sulla parte concernente la sezione contabile e la sezione previdenziale, la prima delle quali riporta le somme che vengono versate ad ogni lavoratore.

Le tasse nella busta paga

Abbiamo inquadrato la situazione ovvero che la busta paga dimezzata al dipendente è un divieto. C’è però da dire che nella busta paga dipendente sono riportante anche le voci di tasse e contributi. Come spiegano anche gli esperti, c’è da dire che il dipendente ha un costo per ogni datore di lavoro, di solito ammonta quasi al doppio della paga stabilita con il lavoratore. Questo perché in Italia le tasse sono alte, così come il cuneo fiscale, il che limita non di poco il potere d’acquisto di ogni dipendente. Per cui il datore potrebbe cercare spesso degli escamotage.

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