Si sono avvalsi della facoltà di non rispondere tutti gli indagati nell’operazione “Mare Aperto” con imbarcazioni di scafisti che sarebbero partite dal porto di Gela o dalle coste dell’Agrigentino per raggiungere la Tunisia e far immediato rientro con il “carico” di migranti.
Sono 18 le misure cautelari emesse, 12 delle quali eseguite. Sei indagati sono irreperibili. Si procede per associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
I destinatari del provvedimento sono undici tunisini e sette italiani. Il ruolo di promotore, organizzatore e capo del sodalizio viene attribuito dagli inquirenti ad Akrem Toumi, di 48 anni, che era stato arrestato anni fa dalla Guardia di Finanza a Menfi, nell’ambito dell’operazione Skorpion Fish, e al quale la misura cautelare è stata notificata nel carcere dell’Ucciardone dove si trovava per scontare quella condanna.
Custodia cautelare in carcere anche per la moglie, Sarra Khaterchi, di 40 anni, tunisina, che si trovava a Roma, per la quale era stata disposta l’espulsione dall’Italia, e che si trova adesso nel carcere di Rebibbia. Anche loro, difesi dall’avvocato Francesco Di Giovanna, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Di Giovanna difende anche un terzo indagato che si trova ai domiciliari.