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La Corte costituzionale boccia norma salva abusivi approvata dall’ARS ad agosto. Il verde Bonelli attacca tutti, compresi i 5 Stelle

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Forse i deputati regionali della precedente legislatura ci hanno provato. D’altronde all’orizzonte ci sarebbero state le elezioni regionali. E fu così che, all’interno di una delle ultime leggi approvate lo scorso agosto, quella che recepiva il nuovo Testo Unico dell’edilizia, finirono anche un paio di articoli che, di fatto, avrebbero agevolato l’ennesima sanatoria edilizia. Ci ha pensato la Corte costituzionale, però, a bocciare due commi nascosti tra le pieghe della norma. Commi che prevedevano, in particolare, che “il responsabile dell’eventuale abuso, o l’attuale proprietario dell’immobile, possono ottenere il permesso in sanatoria se l’intervento risulti conforme alla disciplina urbanistica ed edilizia vigente al momento della presentazione della domanda” e nella parte in cui “si pone un meccanismo di silenzio-assenso che discende dal mero decorso del termine di novanta giorni dalla presentazione dell’istanza al fine del rilascio del permesso”. Insomma: sarebbe bastato ben poco a rendere un terreno edificabile, anche se quel terreno era già stato edificato. E in caso di accertamento della violazione, in luogo delle ruspe sarebbe arrivata la sanatoria attraverso una variante urbanistica. Ma chi ha votato questa norma ora bocciata? Angelo Bonelli dei Verdi se la prende con tutti, perfino con il Movimento 5 Stelle: “Questa legge – dice – è stata votata all’unanimità, e dunque siamo di fronte ad un vero e proprio inciucio tra M5S, centrodestra e centrosinistra. Insomma, era stato deciso che la pianificazione urbanistica in Sicilia la facevano gli abusivi. Questa legge – ha concluso Bonelli – avrebbe potuto sanare 2 milioni di metri cubi di cemento abusivi”.

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