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La Cassazione, diffamazione aggravata scrivere frasi offensive su Facebook

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Commette il reato di diffamazione aggravata chiunque adoperi termini che risultino offensivi sulla bacheca di Facebook, rischiando fino a tre anni di reclusione. Condannato per diffamazione aggravata, infatti, perché, di fatto, le frasi sono pubbliche.

E’ quanto ha sancito la Cassazione che ha confermato e reso definitiva la condanna a carico di una donna di 46 anni.
Secondo la quinta sezione penale della Corte di Cassazione il verdetto di colpevolezza poggia sul principio per cui proprio la natura, pacificamente, pubblica della bacheca ove le frasi sono state pubblicate permette di qualificare il fatto in termini di diffamazione aggravata ai sensi dell‘articolo 595, comma 3, codice penale, poiché questa modalità di comunicazione ha potenzialmente la capacità di raggiungere un numero indeterminato di persone (non contestualmente presenti), perché attraverso questa piattaforma virtuale gruppi di soggetti valorizzano il profilo del rapporto interpersonale allargato a un numero indeterminato di aderenti al fine di una costante socializzazione

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