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A Caltabellotta dal percorso turistico illuminato che conduce al “pizzo” si spazia su 24 paesi

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Con un costo assai modesto, appena 20 mila euro, a Caltabellotta è stato ripristinato l’impianto di illuminazione del percorso turistico che si inerpica fino al “pizzo” e transita tra i ruderi del Castello Luna. L’impianto non era più funzionante a causa del furto dei conduttori di rame avvenuto alcuni anni fa.

L’itinerario turistico era stato realizzato nel 2004 per consentire la fruizione turistica del complesso monumentale, storico e paesaggistico: dal pizzo si contempla un’ampia porzione della costa agrigentina e Selinunte, sul mare Mediterraneo, e si spazia su un territorio tra 4 province e 24 paesi dell’interland.

Dopo il completamento, appena qualche mese fa, dei lavori di messa in sicurezza del costone roccioso, a Caltabellotta si è provveduto alla pulizia del percorso che porta alla torre del castello Conte Luna e alla sommità del famoso “Pizzo” che si trova a 942 metri sul livello del mare. Adesso la torre è stata illuminata e si è proceduto al ripristino dei segna passi che consentono di visitare il sito anche nelle ore notturne.

Su Caltabellotta negli ultimi anni con l’amministrazione guidata dal sindaco Lillo Cattano e la guida tecnica dell’architetto Pellegrino Pecorino, responsabile dell’ufficio tecnico comunale, si sono concentrati numerosi interventi di riqualificazione a partire dall’apertura al transito della via Madrice, la strada che conduce alla Cattedrale.

Caltabellotta si è rifatto il look con la sostituzione delle vecchie ringhiere e la collocazione delle nuove, nelle vie Adamello, Vignale, Roma, Daino, Favarella, Vitalla, Buttafuoco, Nova, San Sebastiano, Pozzillo e Madrice. Ed ancora, nello spiazzo San Paolo. Sono state inoltre realizzate opere di sistemazione e recupero della pavimentazione in via Matrice e in un’ampia zona del centro, con recupero e riutilizzo delle pietre che rappresentano un elemento importante che sarà salvaguardato, per circa 230 mila euro. Nel recupero urbano anche il tratto tra via Pozzillo e via Cavaliere. Il risultato esalta l’impiego di materiali naturali, tecniche edilizie tradizionali, un lavoro di “mosaico”.

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