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Comune di Sciacca

Mancata proroga al personale assunto in pandemia all’Asp mentre Catanzaro e Santangelo in difesa dei medici di Sciacca inviati altrove

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L’Asp di Agrigento non ha prorogato il contratto del personale tecnico e professionale assunto durante il Covid che adesso reclama l’applicazione della legge.

“A causa di una errata interpretazione normativa – scrivono i lavoratori – non è stato prorogato il 28 febbraio 2023, ha chiesto, più volte, ai vertici dell’Azienda Sanitaria di Agrigento, quali attività amministrative avessero avviato per sanare l’errata applicazione delle Legge n. 14/2023. Ad oggi, a questa domanda i vertici dell’Asp di Agrigento non hanno saputo, o voluto, dare una risposta. Nonostante il silenzio dell’azienda, questo personale, già penalizzato rispetto al personale prorogato, continuerà a chiedere che la Legge n. 14/2023 venga applicata correttamente a tutto il personale interessato”.

Intervengono a proposito delle decisioni dell’Asp, i consiglieri di opposizione Giuseppe Catanzaro e Carmela Santangelo che avendo appreso da notizie di cronaca che è stato notificato ai dirigenti medici del presidio
ospedaliero di Sciacca l’ennesimo ordine di servizio verso altri ospedali così commentano:
“La soluzione – scrivono – alla grave carenza di personale medico non può essere risolta con la turnazione di
medici da un ospedale ad un altro, in quanto le carenze di un presidio ospedaliero non si possono sopperire generando a sua volta carenza ad un altro presidio, soprattutto quello di Sciacca che è un DEA di primo livello”. Poi l’attacco dei due si rivolge al primo cittadino che non ha preso parte all’ultima riunione con il commissario: “Stupiscono – scrivono ancora nella nota – le dichiarazioni fatte dal sindaco che giustifica la sua assenza motivandola che oggetto
della riunione sarebbe stato esclusivamente la comunicazione del commissario Zappia “sulla possibilità di
stipulare contratti a tempo determinato con 100 medici italo-argentino”. Purtroppo, i fatti smentiscono le dichiarazioni e la valutazione del Sindaco sull’importanza dell’incontro tenutosi ad
Agrigento.
Il Sindaco non doveva delegare il Sindaco di Agrigento ma la presenza di un organo istituzionale a
difesa del nostro presidio doveva essere necessaria.
Se il sindaco fosse stato presente avrebbe potuto chiedere lumi in merito all’assunzione del
personale italo-argentino, in particolare poteva chiedere quante unità sono destinate per il nostro
presidio, quando prederanno servizio, i tempi e le modalità e soprattutto evidenziare che in un
periodo estivo ulteriori ordini di servizio determinano disservizi alla collettività. La sua presenza era
importante per assumere una posizione di difesa a favore del nostro ospedale. Cosa che non è
accaduta. Al netto di questa assenza la conferenza dei sindaci è tardiva. Oggi nulla sappiamo in
merito a questi punti l’unica certezza che abbiamo è che all’indomani dell’incontro, dove Sciacca
era assente, arriva l’ennesimo ordine di servizio”.

I due consiglieri estendono il loro commento poi al fatto che Termine trattenga tante deleghe: “E’ arrivato – scrivono ancora – il momento che il sindaco comprenda che la gestione della delega sulla sanità fatta con
queste modalità non è accettabile, non stiamo toccando palla, siamo fermi in balia degli eventi. Sui temi importanti che riguardano la città di Sciacca dovrebbe iniziare a prendere maggiore consapevolezza della delicatezza del ruolo che riveste. Se avere la responsabilità di numerose deleghe assessoriali può voler dire essere assente alle riunioni importanti come quella della sanità
che inizi a valutare la necessità di procedere ad una rimodulazione.
Al netto di tutto, ad oggi, il danno è fatto e qualcuno si deve adoperare per trovare soluzioni per il presidio”.

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