L’onorevole Margherita La Rocca Ruvolo, componente della commissione Sanità dell’Assemblea Regionale Siciliana, riaccende il dibattito sull’assistenza ospedaliera nel territorio di Sciacca e segnatamente sul Giovanni Paolo II. Lo fa rendendo nota la lettera di una donna è stata nel nosocomio saccense dove sono state prestate cure al marito.
“Nel mio ruolo di politico e parlamentare regionale eletto in questo territorio – scrive La Rocca Ruvolo – mi sento in dovere di esprimere la mia personale solidarietà alla signora Angela Sclafani e a tutte le persone che come lei, quotidianamente, vivono disagi e disavventure all’ospedale di Sciacca che dovrebbe essere un Dea di I livello ma che ancora oggi, dopo anni di tavoli, confronti e proteste, non riesce a garantire, per carenza di personale, un’assistenza sanitaria adeguata ai cittadini del comprensorio saccense. Paradossale anche la vicenda della Neuropsichiatria infantile, con un concorso bandito da due anni, mai espletato e rinviato più volte alla vigilia delle prove concorsuali mentre si lasciano i bimbi in lunghissime liste d’attesa. Non è vero che i medici non si trovano, è vero piuttosto che l’Asp di Agrigento li sta facendo scappare verso altre destinazioni. Ritengo che l’Asp debba intervenire con urgenza – continua La Rocca Ruvolo – per reperire il personale necessario a garantire il corretto funzionamento dei reparti, non si può continuare a sperare nei gesti eroici di medici, infermieri e operatori sanitari costretti ad operare in condizioni di grande difficoltà ai quali va il mio più sincero ringraziamento”.
Lo scrive in una nota la deputata di Forza Italia all’Ars e sindaco di Montevago, commentando una lettera scritta dalla signora Angela Sclafani al commissario dell’Asp di Agrigento per segnalare delle criticità all’ospedale saccense e rimasta senza risposta.
Ecco il testo della lettera diffusa da organi di informazione:
“Dott. Zappia, sono l’ultima Don Chisciotte, consapevole però di lottare contro un muro di gomma, in quanto rivolgersi a lei è come parlare da soli. Io sono tosta, ho la mia età e non posso rassegnarmi alle condizioni in cui versa l’ospedale di Sciacca. Il 14 maggio del 2021 dopo una esperienza avuta al pronto soccorso, scrissi a lei una lettera, alla quale né lei, o chi per lei, si è adoperato per darmi una democratica risposta. Nel pronto soccorso dell’ospedale di Sciacca ad oggi nulla pare che sia cambiato.
In questi mesi, per mio marito, ho avuto occasione per necessità di frequentare il reparto urologia. Chiedo a lei, Dott. Zappia, se si può tenere un reparto in queste condizioni, con un primario tuttofare e privo del necessario personale che lo sostenga. Operare, visitare, spingere le carrozzelle degli ammalati, fa tutto da solo; ovviamente sto parlando del dott. Michele Barbera”.