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Comune di Sciacca

Alloggi popolari di Ribera, Pace e padre Nuara all’attacco

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I deputati regionali della DC Carmelo Pace e Ignazio Abbate hanno presentato una interrogazione al presidente della Regione, Renato Schifani, e all’assessore alle Infrastrutture, Alessandro Aricò, in merito agli interventi da attuare per rendere abitabili gli alloggi popolari di largo Martiri di Via Fani, a Ribera.


“Dopo essere state costrette ad abbandonare le proprie case costruite, a suo tempo, con cemento depotenziato e dopo un iter di ricostruzione durato più di un decennio, è iniziata finalmente la consegna degli immobili alle famiglie degli sfollati di Largo dei Martiri di via Fani a Ribera. Di conseguenza, quindi, l’obbligo di vigilare degli immobili è passato in capo ai nuovi assegnatari. Gli immobili, tuttavia, non sono ancora forniti di allacci idrici ed elettrici e, pertanto, non sono abitabili dalle famiglie cui sono state consegnate le abitazioni”, dichiarano Pace ed Abbate.


“Ecco il paradosso: da un lato si scaricano le responsabilità di vigilanza degli alloggi sulle famiglie, che da più di due lustri attendono di riavere le loro case, dall’altro queste ultime non hanno la possibilità di prendere possesso delle stesse in quanto sprovviste delle condizioni minime per essere abitate (luce e acqua). Gli oneri degli allacci idrici ed elettrici sono di competenza dello Iacp di Agrigento – continuano – che, da notizie di stampa, non sembra abbia ad oggi intrapreso alcuna iniziativa per dotare gli appartamenti dei collegamenti essenziali di abitabilità, appunto acqua e luce.


Invitiamo, pertanto, tutti i enti competenti ad attivarsi nel più presto possibile affinché venga risolta questa situazione si impasse e restituire a queste persone una casa, concludono. Padre Antonio Nuara, sacerdote che ha sempre seguito la vicenda delle case popolari, si dichiara indignato per “il disagio di tutti gli inquilini che già si sono trasferiti nelle case assegnate, poichè non possono far funzionare i servizi igienici, preparare un pranzo e tutte le altre cose che normalmente si fanno nella conduzione di una abitazione. Credo che aspettando l’azione del Prefetto – aggiunge – dobbiamo pensare ad un’azione più forte e radicale, consultando anche un legale”.

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