“Nel mese di ottobre, il comitato civico per la Sanità di Sciacca, insieme ai sindaci di 14 comuni circostanti, ha segnalato gravi problemi all’Ospedale Giovanni Paolo II. La situazione è diventata insostenibile a causa della mancanza di medici e operatori sanitari, con reparti chiusi e servizi limitati, come l’Ortopedia, disponibile solo durante il giorno”.
Lo scrive il gruppo dei consiglieri regionali di “Sud chiama Nord” in una interrogazione.
“Questo – continua l’interrogazione ,- costringe i pazienti a trasferimenti fuori provincia per cure anche urgenti. na delle sale di Emodinamica è in funzione a singhiozzo a causa di lavori di ristrutturazione in corso da anni, e un costoso angiografo giace inutilizzato. Tutto questo è il risultato della mancata attuazione della rete ospedaliera del 2019, che avrebbe dovuto riconoscere a Sciacca la qualifica di DEA di primo livello. La carenza di neurologi necessari per la ‘Stroke Unit’ per la cura degli ictus cerebrali ha peggiorato ulteriormente la situazione”.
Nell’atto con primo firmatario La Vardera, si evidenzia come i cittadini stanchi delle difficoltà nell’accesso alle cure temono che l’ospedale di Sciacca possa essere declassato a ospedale di base. Questa situazione mette sotto pressione non solo i pazienti ma anche il personale medico e paramedico.
“Per risolvere questa emergenza sanitaria, secondo il gruppo, fondamentale attuare la rete ospedaliera del 2019, assicurare un adeguato livello di servizi minimi essenziali e evitare il declassamento dell’ospedale.
I parlamentari chiedono infine, di sapere:
“per quali motivi non è stata mai attuata la rete ospedaliera del 2019 nella quale veniva riconosciuta all’ospedale Giovanni Paolo II di Sciacca la qualifica di DEA di primo livello;
se risponde al vero che l’ospedale di Sciacca potrebbe essere declassato a ospedale di base;
se, non ritengano opportuno intervenire urgentemente al fine di individuare le criticità che hanno determinato la grave situazione a Sciacca al fine evitare ricadute negative sull’utenza e garantire un adeguato livello dei servizi minimi essenziali”.