I Carabinieri del R.O.S. e del Comando Provinciale di Trapani hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal G.I.P. del Tribunale di Palermo su richiesta della D.D.A. a carico di 3 soggetti, gravemente indiziati di appartenere alla famiglia mafiosa di Mazara del Vallo.
Le indagini hanno consentito di ricostruire una serie di presunte dinamiche associative riguardanti gli assetti della famiglia di Mazara del Vallo, già in passato al centro della manovra finalizzata alla ricerca di Matteo Messina Denaro ed alla disarticolazione del suo circuito di favoreggiamento.
Per una delle persone arrestate, già socio del noto Giuseppe Grigoli, e’ stato ipotizzato che ricoprisse un ruolo nel più stretto circuito comunicativo dell’ex latitante castelvetranese sin dal 2012 ed i suoi ritenuti rapporti con i soggetti che, nel tempo, hanno ricoperto posizioni apicali o comunque di rilievo all’interno del mandamento mazarese, tra cui Vito Mangiaracina, Vito Gondola, Antonino Cuttone, Agate Giovan Battista, Burzott, Luca e Dario Messina.
- Inoltre, gli investigatori hanno ipotizzato la partecipazione degli arrestati al sistema criminale che garantiva la composizione di controversie tra privati, tipica espressione del controllo mafioso del territorio, con riferimento al mancato pagamento di debiti, alla gestione dei rapporti di lavoro e al redditizio settore delle intermediazioni immobiliari.
- Di particolare interesse, in tale contesto, la dinamica che nel giugno 2021 documentava l’intervento del soggetto presuntamente assurto al ruolo di reggente dell’articolazione territoriale mafiosa mazarese per raccogliere le doglianze di un “sensale” marsalese per l’intermediazione nella vendita di un fondo asseritamente assegnatogli dal defunto reggente del mandamento, Vito Gondola, in cui si sarebbero indebitamente intromessi altri soggetti di Marsala.
- In tale circostanza, uno degli arrestati, in virtù della riferita propria posizione apicale nel mandamento di Mazara del Vallo, avrebbe anche fissato il prezzo della mediazione, indicandolo nel 2% del valore dell’immobile sia a carico del venditore che dell’acquirente,
- il presunto interessamento per l’assunzione di manodopera da parte di una ditta legittimamente aggiudicataria di lavori presso il depuratore di Campobello di Mazara, lucrando sulla mancata stipula di un contratto di sub-appalto con la ditta fornitrice del personale.
La complessiva ricostruzione investigativa ha valorizzato, infine, le dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia circa i rapporti di uno degli arrestati con Matteo Messina Denaro, che avrebbe sostenuto finanziariamente e per il quale gli sarebbe stato chiesto di trovare anche un’abitazione in Tunisia.