Il pubblico ministero Brunella Fava ha chiesto la condanna di tutti gli imputati nel processo sui furti di maioliche per pavimenti prodotte, tra la fine dell’800 e l’inizio del ‘900, da diverse scuole siciliane di ceramica. Il processo si celebra, con il rito abbreviato, davanti al gup del Tribunale di Sciacca, Stefano Zammuto, ed è a carico Vincenzo e Mario Di Benedetto, di 72 e 36 anni, padre e figlio, di Sciacca, assistiti dall’avvocato Giovanni Forte. Il pm ha chiesto 4 anni per il padre e un anno e un mese per il figlio. Per Marco Gambino, di 35, anch’egli saccense, difeso dall’avvocato Francesco Di Giovanna, chiesti 3 anni di reclusione.
Per il pm regge anche l’accusa di associazione a delinquere finalizzata ai reati contro il patrimonio che, invece, è stata esclusa dal Tribunale del Riesame di Palermo. Per Giuseppe Mancia, di 41 anni, di Salemi, l’accusa ha chiesto 4 anni e 8 mesi, e per Giovanni Castrofilippo, di 55 anni, di Palermo, un anno e 8 mesi. Si tratta di fatti fino a giugno-luglio 2022.
L’attività investigativa, svolta dai carabinieri, ha preso il via dall’arresto a Sambuca di Sicilia di due persone, nel febbraio del 2022, per le quali si procede separatamente.
Le difese, con gli avvocati Francesco Di Giovanna e Giovanni Forte, hanno attaccato in particolare sull’associazione a delinquere, sostenendo che mancano gli elementi costitutivi. Per i difensori manca anche la prova che gli imputati siano responsabili dei furti. Il 13 febbraio discuterà un altro difensore e poi eventuali repliche e sentenza.