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Comune di Sciacca

Caldo in Sicilia, temperature dell’acqua troppo alte e mercato ittico in crisi anche a Sciacca 

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La Sicilia si trova a fronteggiare una crisi ittica senza precedenti. Se sulla terraferma la siccità è diventata una realtà ineludibile, nelle acque marine le temperature stanno mantenendosi a livelli superiori alla media stagionale, provocando gravi ripercussioni sull’ecosistema marino. Lo scrive oggi il Giornale di Sicilia. Giuseppe D’Acquisto, associato Coldiretti e rappresentante della più grande cooperativa di pescatori di Porticello, ha lanciato un allarme. Le alici, “e insieme a loro le sarde e le alacce, stanno diventato merce rara: non ne troviamo quasi più”.

D’Acquisto sottolinea di non avere prove scientifiche di una correlazione diretta tra il surriscaldamento del Mediterraneo e il declino delle specie di pesce azzurro, ma il sospetto è forte. Negli ultimi tre anni, con l’innalzamento delle temperature marine, le barche dedite alla pesca di acciughe e simili stanno riscontrando enormi difficoltà nel trovare i banchi di pesci. Quest’anno, in particolare, nonostante sia giugno, un mese ideale per la pesca delle alici, le imbarcazioni registrano fatturati pari a zero. Questo trend rischia di mandare in fumo il lavoro di centinaia di persone a Porticello, con perdite economiche di centinaia di migliaia di euro.

La crisi non riguarda solo Porticello, ma tutta la fascia costiera del Palermitano, estendendosi da Terrasini a Termini Imerese, senza dimenticare il resto dell’Isola, tra cui Sciacca e altre marinerie. Lo riporta sempre il Gds e Giovanni Basciano, vicepresidente nazionale e responsabile regionale dell’Agci, conferma il calo del pesce azzurro di piccola taglia in Sicilia e registra anche un pesante deficit di scampi. 

“E se la correlazione tra l’ammanco di alici e il cambiamento climatico è molto probabile legata agli scambi di masse d’acqua che possono provocare lo spostamento di planeton – commenta Basciano – nel caso del crostaceo in questione è assolutamente certa. Ancor prima degli studi, che lo provano, a suggerirlo è il nome scientifico dell’animale: il Nephrops Norvegicus non può star bene in ambienti marini caldi”.

L’effetto del surriscaldamento delle acque marine si riflette inevitabilmente sulle tasche dei pescatori. Antonio Pensabene, segretario regionale Uila Pesca, evidenzia come il surriscaldamento stia causando una carenza di risorse ittiche e un progressivo allontanamento della fauna ittica dalle coste siciliane. Di conseguenza, i pescatori sono costretti a spingersi sempre più lontano, con un aumento delle spese per il carburante. A queste difficoltà si aggiungono quelle derivanti dalla pesca abusiva, praticata dai diportisti senza licenza, soprattutto nel periodo estivo.

La crisi della pesca ha ripercussioni anche sulla filiera di trasformazione. D’Acquisto segnala che, rispetto al 2023, le imbarcazioni di Porticello hanno registrato un calo del 90% delle alici pescate. Di conseguenza, le aziende di trasformazione sono costrette a importare materia prima da altri Paesi come Croazia, Turchia e Marocco per poter continuare la produzione di alici sotto sale o sott’olio.

La crisi delle specie ittiche in Sicilia rappresenta una delle molteplici conseguenze legate al cambiamento climatico, che richiede attenzione e interventi urgenti. È necessario un impegno collettivo per comprendere appieno le cause di questo fenomeno e trovare soluzioni sostenibili per garantire la sopravvivenza delle specie marine e la continuità delle attività economiche legate alla pesca.

Cristian Ruvanzeri
Cristian Ruvanzeri
Studia comunicazione, pubblicità e marketing all’Università di Palermo. Nel 2022 entra a far parte della redazione di Risoluto. Oltre a scrivere articoli, assume il ruolo di content creator. È iscritto all’Associazione Nazionale Social Media Manager.

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