Oggi, presso l’aula Santi Romano del dipartimento di giurisprudenza dell’Università di Palermo, si è tenuto un seminario dal titolo “La riforma del premierato: risvolti costituzionali e prospettive comparate”, organizzato dall’associazione studentesca neocostituita Futura Giurisprudenza.
Il seminario ha avuto come relatori il professore di diritto costituzionale, Giuseppe Verde, e la professoressa di diritto pubblico comparato, Luciana De Grazia. L’incontro è stato moderato da Salvatore Cuschera, vicepresidente dell’associazione Futura Giurisprudenza, mentre i saluti iniziali sono stati affidati a Leopoldo Ponte.
Il disegno di legge discusso prevede l’elezione diretta del presidente del Consiglio, con l’obiettivo di garantire maggiore stabilità all’esecutivo e promuovere la formazione di governi che rimangano in carica per l’intera durata della legislatura. La proposta si inserisce in un dibattito più ampio sulla necessità di riformare il sistema politico italiano, introducendo elementi di maggiore governabilità e stabilità simili a quelli osservabili in sistemi parlamentari con forte componente maggioritaria, come il Regno Unito.
Uno degli aspetti centrali della riforma è l’abrogazione dell’articolo 92, comma terzo della Costituzione, che prevede attualmente la nomina del presidente del Consiglio da parte del presidente della Repubblica. In base al nuovo assetto proposto, il Premier sarebbe invece eletto direttamente dai cittadini a suffragio universale, resterebbe in carica per cinque anni e le elezioni delle Camere avverrebbero in modo contestuale.
Il disegno di legge non incide sulla legge elettorale, ma si limita ad accennare ad un premio di maggioranza alle liste collegate al presidente del Consiglio eletto. Questo aspetto mira, secondo la maggioranza, a garantire una maggiore coesione tra l’esecutivo e il parlamento, riducendo il rischio di crisi di governo.
Il professore Verde ha offerto una riflessione sulla situazione ordinamentale interna, soffermandosi sui dettagli della riforma con una riflessione ad ampio raggio sull’azione dell’attuale Governo e gli effetti dell’ordinamento.
La professoressa De Grazia, invece, ha analizzato la riforma confrontando il modello proposto con altre esperienze costituzionali europee e internazionali, tra cui Francia, Spagna, Regno Unito, Germania e Stati Uniti.
Il seminario ha rappresentato un’importante occasione di dibattito per gli studenti.