Fabio Termine sta attraversando il momento più difficile dal punto di vista politico del suo mandato elettorale. E proprio in questi giorni che si sta consumando la prima vera crisi di coalizione.
Una crisi in realtà, non nata all’improvviso, ma con il Pd che mano mano ha iniziato a dare i primi segnali di un malcontento sempre più visibile e che e’ esploso dopo il videomessaggio del sindaco di domenica scorsa per la riapertura dello stadio Gurrera.
E non sono state solo le parole di Francesca Valenti a dire a Termine che dentro i dem montava un certo dissenso, ma consiglieri comunali di maggioranza sempre più spettatori durante gli attacchi mirati su Termine da parte di opposizione.
E poi c’è il campo delle indiscrezioni non confermate: Gabriele Modica, consigliere di Mizzica, sarebbe pronto al passaggio nei democratici. Il diretto interessato dice che al momento, non ha nulla da dichiarare. Un silenzio che lascia intuire un percorso gia’ tracciato avvalorando i rumors di questi giorni di un Modica con le valigie in mano pronto a lasciare il gruppo mizzicchino.
E poi ancora in ballo vi è la proposta di mozione di sfiducia che Raimondo Brucculeri e Maurizio Blo’ vorrebbero portare in aula. Una proposta accolta timidamente dal resto delle opposizioni e che rimane molto nebulosa, ma che potrebbe prendere piede a dinamiche mutate in aula nelle prossime settimane.
Ogni tipo di ragionamento e previsione sono rimandate a come il primo cittadino intende risolvere il primo vero momento d’empasse. Cosa deciderà di fare Termine e come, si capirà soltanto nei prossimi giorni. A partire dal prossimo consiglio comunale quando e’ prevedibile che l’opposizione sferrerà un nuovo duro attacco a Termine.
Sono due le strade che potra’ percorrere: o ricucire i rapporti logorati con i dem in questi mesi e sistemare le questioni irrisolte che hanno portato ai dissapori a iniziare dal caso Certa, l’assessore di area dem che vive al nord passando per il nodo Fabio Leonte, divenuto assessore senza sottomettersi alla regola delle dimissioni da consigliere e divenuta figura sempre più ingombrante in giunta e per questo non ben vista dal partito democratico. Infine, ci sarebbe la strada alternativa per Termine: quella di un azzeramento, e di una ripartenza con la ricerca di una composizione di una nuova giunta e di nuove possibili alleanze. Via assai più difficile e tortuosa.
Intanto, cosa succederà si potrebbe gia’ intuire da domani quando i democratici hanno fissato una loro prima riunione. Un gruppo che vive contraddizioni interne e lacerazioni e che secondo i bene informati ha due anime: chi avrebbe gia’ deciso di sganciare Termine e chi invece, non lascerebbe la nave mentre sta affondando.