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Proposta Capodieci sugli ospedali di Sciacca e Ribera, piace al Comitato zona disagiata ma non convince la Capurro

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Sono diverse le reazioni all’indomani della proposta presentata dal manager dell’Asp Giuseppe Capodieci all’Ars che prevede per l’ospedale “Fratelli Parlapiano” di Ribera il riconoscimento di Ospedale di Zona Disagiata mentre l’ospedale di Sciacca diventi Hub Stroke territoriale.

Si dice felice il coordinatore del Comitato ospedale zona disagiata di Ribera, Giovanni Montalbano che così in una nota scrive: “Siamo felici che dopo anni di lotte e proposte finalmente la Direzione Generale dell’Asp si faccia carico delle richieste del territorio. Questa proposta, che sentiamo fortemente nostra, risponde finalmente al bisogno di un territorio vasto e variegato, dà dignità al diritto alla salute di tutti i suoi cittadini e riconosce il valore dei suoi operatori sanitari. Il riconoscimento della Zona Disagiata vogliamo ricordarlo riguarda un’area territoriale, “area sicana”, riconosciuta dalla SNAI (Strategia Nazionale Aree Interne) come area particolarmente disagiata per le criticità che presenta, criticità orografiche e metereologiche, associate alla scarsa manutenzione e all’arretratezza della rete viaria”.

Montalbano sottolinea che esiste già una proposta in Assessorato, della stessa assessora Giovanna Volo, che ha visto il Comitato promotore portando in VI commissione dati e documenti utili da inviare al Ministero della Salute e che ha permesso l’apertura dall’attuale Pronto Soccorso di Ribera.

“In attesa di visionare – aggiunge – nel dettaglio la proposta del Direttore Generale Capodieci, sosterremo con forza ed in tutte le sedi, la proposta di modifica della rete ospedaliera dell’Assessore alla Salute Volo con l’auspicio che entrambe vadano nella stessa identica direzione.

Domani saremmo ancora più felici se tutto questo diventasse realtà, se tutte le richieste accolte dall’assessore Volo vengano rispettate e se, oltre al riconoscimento della Zona Disagiata, si dia anche avvio al piano di rifunzionalizzazione post COVID”.

Di altro avviso invece, la Capurro sulla proposta sempre di Capodieci sul “Giovanni Paolo II di Sciacca”

“Non possiamo che – scrive Alessandro Capurro a nome dell’associazione”Alessandro Capurro- Amore per la Vita” che esprimere delusione ed insoddisfazione sulla proposta dell’ASP di Agrigento che riguarderà anche il Presidio Ospedaliero “Giovanni Paolo II” di Sciacca. Dal decreto assessoriale n. 2057 del 2019 con cui veniva istituita la Stroke Unit all’Ospedale di Sciacca nulla è cambiato, la Neurologia e la relativa Stroke Unit non sono mai state avviate, neppure sono stati mossi i primi passi, restando tutto solo sulla carta ed anzi vedendo sempre più peggiorare la situazione al “Giovanni Paolo II”.Tornare a parlare oggi sempre degli stessi argomenti lascia molto amaro in bocca perchè è la testimonianza di quanto tempo si sia perso su questioni dalla quale dipende la vita delle persone.

Quanto proposto dall’ASP per l’Ospedale di Sciacca certamente, se a prima vista può sembrare una buona notizia, dall’altro lato non ci fa stare tranquilli perché sembra di rivivere un film già visto, fatto di auspici e comunicati trionfalistici, con obiettivi che come ha detto lo stesso manager Capodieci richiedono tempi certamente lunghi.
E poi, lo diciamo chiaramente, riuscire a raggiungere gli obiettivi proposti per l’Ospedale di Sciacca come la nascita della Neurochirurgia e della Neuroradiologia interventistica rimanendo all’interno di questa ASP, se la storia è davvero maestra di vita come noi pensiamo, risulterà molto difficile”.

Insomma, all’Associazione ORAZIO CAPURRO ODV quella proposta formulata dall’ASP di Agrigento appare come un libro dei sogni impossibili in quanto si fanno progettualità che, secondo l’Organizzazione di Volontariato saccense, difficilmente potranno essere realizzate in un’ASP che ha enormi difficoltà a garantire e tenere in vita, anche presso l’Ospedale di Sciacca, Unità Operative già esistenti e che dovrebbero essere la normalità come l’Urologia, l’Ortopedia e l’Oncologia, solo per citarne alcune.

La preoccupazione maggiore dell’Associazione ORAZIO CAPURRO ODV è che si stia solo tentando di dare la parvenza di fornire soluzioni ad una problematica ormai atavica e che per l’Ospedale di Sciacca si manifesta in tutta la sua gravità da quando quest’ultimo ha perso lo status di Azienda Ospedaliera a seguito della legge regionale n. 5 del 2009.

A parere dell’Associazione ORAZIO CAPURRO ODV se la coperta rimarrà sempre così corta queste proposte formulate dall’ASP e condivise con la deputazione regionale del territorio presente all’incontro di ieri con il manager Capodieci saranno per l’ennesima volta solo fumo negli occhi per la nostra comunità con il rischio appunto di avere solo etichette e riconoscimenti formali per l’Ospedale di Sciacca con il solo risultato, a finire bene, che la proposta di nuova Rete Ospedaliera nel frattempo potrebbe rafforzare altri Ospedali tra loro vicinissimi, come quelli di Agrigento, Canicattì e Licata, con addirittura la nascita di un terzo nuovo DEA lasciando questo territorio gravemente scoperto delle prestazioni di un Ospedale DEA nella realtà e nella sostanza ed un Presidio Ospedaliero, quello saccense, sempre più indebolito ed abbandonato al proprio destino.

La nascita di un terzo DEA all’interno di questa ASP significherebbe ripartire risorse economiche non più su due ma su ben tre Dea.
Ma se l’esperienza ci ha dimostrato ed insegnato che non si è riusciti a mantenere adeguatamente due Dea in un’unica ASP, sia in termini di risorse umane che di attrezzature ed unità operative specialistiche, come possiamo pensare di mantenerne tre?
Il risultato sarebbe, probabilmente, appesantire ulteriormente un’ASP che da molti è già definita un pachiderma, un carrozzone.

“Fare nascere – ribadisce Capurro- un terzo Dea all’interno dell’ASP di Agrigento si tradurrebbe molto probabilmente in un ulteriore indebolimento dell’Ospedale di Sciacca. Istituire un terzo Dea all’interno dell’Asp significherebbe aumentare le spese, innanzitutto per portare gli Ospedali interessati ai necessari standard di un DEA e poi per il loro mantenimento.

Se il problema dell’investire maggiori risorse economiche non esiste, come sembrerebbe, vista la richiesta di fare nascere addirittura il terzo DEA, allora – ci chiediamo – perché la politica non si impegna seriamente e non percorre la strada per riportare l’Ospedale di Sciacca un’Azienda Ospedaliera, indipendente dall’ASP di Agrigento e con una propria autonomia economico-giuridica ed amministrativo-organizzativa?”.

“Naturalmente – conclude Capurro – non ci aspettiamo che tale proposta possa essere formulata e possa arrivare dal direttore generale dell’ASP ma certamente dalla deputazione regionale di questo territorio. Spiace, infine, anche dover segnalare purtroppo uno scarso anzi del tutto inesistente coinvolgimento delle associazioni di volontariato sulle proposte che incidono sulla Sanità Pubblica sul nostro territorio, nonostante il loro importante e determinante impegno e le iniziative che le stesse realizzano”.

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