Un egiziano di 38 anni è stato assolto dal Tribunale di Sciacca dall’accusa di esercizio arbitrario delle proprie ragioni nei confronti di un armatore saccense e intanto ha ottenuto il permesso di soggiorno come vittima di sfruttamento lavorativo.
L’armatore è imputato, in altro procedimento, di avere impiegato alle proprie dipendenze l’egiziano, senza permesso di soggiorno, da novembre 2018 a settembre 2019. L’egiziano ha denunciato questo stato di cose su cui sarà chiamato a decidere un giudice. E’ stato, a sua volta, denunciato dall’armatore che lo accusava di avergli rivolto una frase minacciosa. E anche di avere minacciato di fare danni alla barca. Il tutto riferito a una parente dell’armatore. Nulla di tutto questo anche per il pm che al processo ha chiesto l’assoluzione dell’egiziano perché il fatto non sussiste poi disposta dal giudice.
La richiesta di assoluzione era stata avanzata anche dal legale dell’egiziano, l’avvocato Fabio Di Paola. Continua, invece, il procedimento nei confronti dell’armatore nell’ambito del quale il trentottenne egiziano ha ottenuto il permesso di soggiorno che gli ha consentito di rimanere a Sciacca continuando a lavorare in ambito portuale dopo il parere favorevole della procura della Repubblica di Sciacca.
L’egiziano, secondo la denuncia presentata al Circomare di Sciacca, avrebbe svolto, senza un regolare contratto, un orario lavorativo da mezzanotte alle 21 del giorno seguente, dal lunedì al venerdì, mentre il sabato e la domenica, quando la barca era ormeggiata in porto, avrebbe dovuto raggiungere il natante ogni tre ore per lo svuotamento delle sentine viste le continue infiltrazioni di acqua.
L’egiziano si è costituito parte civile nel procedimento a carico dell’armatore e intanto ha ottenuto il permesso di soggiorno ed è rimasto a Sciacca.
Nella foto, l’avvocato Fabio Di Paola davanti al palazzo di giustizia di Sciacca