Agrigento inaugura il suo anno come Capitale Italiana della Cultura con una cerimonia solenne al Teatro Pirandello che ha visto la partecipazione del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, il ministro della Cultura, Alessandro Giuli, il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, e il sindaco Francesco Miccichè.
La città è blindata per l’occasione con un imponente dispiegamento di forze dell’ordine e transenne che hanno modificato la viabilità del centro storico. Un maxischermo allestito davanti al teatro ha permesso ai cittadini di seguire la cerimonia. L’arrivo del presidente Mattarella al Teatro Pirandello è stato accolto con grande calore. La cerimonia si è aperta con l’inno di Mameli.
Nel suo discorso inaugurale, Mattarella ha rivolto parole di augurio e speranza: “Un saluto, e un augurio particolarmente intensi ai cittadini di Agrigento. Da oggi, protagonisti della Capitale italiana della Cultura per l’anno 2025”. Ha poi esteso i suoi saluti “a quanti, sul territorio, saranno impegnati negli eventi in programma. Tra di essi, ai lampedusani. Concittadini, che le ferite del nostro tempo hanno reso avanguardia della civiltà europea. Espressione di cultura solidale”.
Il Presidente ha inoltre sottolineato il valore simbolico di questa nomina, inserendola in una “catena di straordinario valore” che collega idealmente le diverse Capitali Italiane della Cultura degli anni precedenti. “Agrigento raccoglie questo prezioso testimone da Pesaro, nel centro dell’Italia. Che, a sua volta, lo aveva ricevuto dal nord del nostro Paese: da Brescia e da Bergamo”.
“Viviamo un tempo in cui tutto sembra esprimersi ed esaurirsi sull’istante del presente. In cui la tecnologia pretende, talvolta, di monopolizzare il pensiero piuttosto che porsi al servizio della conoscenza. La cultura, al contrario, è rivolgersi a un orizzonte ampio, ribellarsi a ogni compressione del nostro umanesimo, quello che ha reso grande la nostra civiltà. Ad Agrigento, in Sicilia, in tutto il nostro Paese, nella nostra amata Italia”.
“Guardiamo con speranza a questo anno da vivere insieme – ha concluso il Capo dello Stato – con la voglia di accogliere, di conoscere, di dialogare, di compiere un percorso affascinante, in compagnia gli uni degli altri”.
Nel suo intervento, il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, ha rimarcato l’importanza storica di questa occasione. “Agrigento capitale italiana della cultura 2025 è una grande scommessa che non possiamo perdere e che non perderemo”, ha affermato, ricevendo un lungo applauso dal pubblico.
Schifani ha descritto questa designazione come “una grande occasione per tutti gli italiani, non solo per il rilancio e il riscatto di Agrigento, e dell’intera Sicilia, che hanno sofferto e superato stereotipi a livello internazionale, affrontato e risolto in parte difficoltà sociali non indifferenti”.
Al termine dell’evento, nel cortile del teatro, l’orchestra ha eseguito le musiche del celebre film Nuovo Cinema Paradiso. Il Capo dello Stato si è fermato per alcuni istanti ad ascoltare, prima di uscire e salutare i cittadini che lo attendevano fuori.