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Comune di Sciacca

La marineria di Sciacca in crisi, chiesta l’attivazione di calamità naturale

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Le cooperative “Fra Pescatori”, “Madonna del Soccorso” e “San Paolo Consulting Srls”, rappresentanti della marineria di Sciacca, lanciano un appello urgente al Ministro delle politiche agricole Francesco Lollobrigida, al presidente della regione Renato Schifani, al prefetto di Agrigento Salvatore Caccamo, all’assessore Regionale alla Pesca Salvatore Barbagallo e al sindaco di Sciacca Fabio Termine. Il settore è in crisi a causa della carenza di pesce e le cooperative oltre a dichiarare lo stato di crisi chiedono l’attivazione della calamità naturale.

La Marineria di Sciacca e le difficoltà attuali

La marineria di Sciacca, con circa 120 imbarcazioni da pesca, di cui 90 di grandi dimensioni, e circa 400 pescatori direttamente impiegati, sta vivendo una crisi senza precedenti. Questo settore, che rappresenta un pilastro dell’economia locale, è ormai da oltre sei mesi alle prese con una drastica riduzione delle risorse ittiche. La carenza di pesce, in particolare di gamberi, pesce azzurro e pesce bianco (come merluzzi e triglie), provoca la diminuzione dei ricavi giornalieri, mettendo in seria difficoltà le imprese locali che, per sopravvivere, sono costrette a fare ricorso a prestiti bancari e a indebitarsi con i fornitori.

Le cause del fenomeno

Secondo le cooperative firmatarie, uno degli elementi principali alla base di questa crisi è il cambiamento delle condizioni marine, caratterizzato da un aumento delle temperature dei mari e una predominanza di venti da sud e scirocco. Questi fattori influenzano negativamente la riproduzione e la crescita delle specie ittiche più richieste, con il conseguente aumento di specie “alien” come razze chiodate, gattucci e spinaroli, che stanno proliferando a discapito delle specie tradizionali.

Le problematiche aggiuntive

Un altro problema che affligge la marineria è la gestione delle aree marine interdette alla pesca, previste da regolamenti comunitari e regionali. Invece di servire come zone di ripopolamento, queste aree stanno contribuendo a creare una congestione di imbarcazioni, costringendo le pescherecci a operare in acque sempre meno pescose. Questa situazione sta esacerbando ulteriormente la difficoltà economica per i pescatori.

La richiesta di calamità naturale

A causa della gravità della situazione, le cooperative chiedono un intervento tempestivo delle autorità competenti per attivare lo stato di crisi e la calamità naturale, al fine di ottenere misure di supporto economico per le imprese di pesca, che rischiano di trovarsi in una situazione di insolvenza. In particolare, chiedono una valutazione della situazione climatica e delle risorse marine, oltre a possibili soluzioni per mitigare l’emergenza economica e favorire la ripresa del settore.

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