Dopo mesi di soluzioni tampone, chiusure a rotazione e mancanza cronica di medici, a Burgio, Villafranca Sicula e Lucca Sicula si va verso la costituzione di una guardia medica unica per i tre Comuni. Si valuta la possibilità di servizi infermieristici garantiti a turno sul territorio.
Questa mattina si è tenuta una riunione presso l’Asp di Agrigento con il direttore generale Giuseppe Capodieci e i sindaci Enzo Galifi, Salvatore Dazzo e Gaetano Brucculeri. Al centro dell’incontro, la necessità di trovare una soluzione più stabile alla gestione delle guardie mediche.
La situazione si trascina da tempo. L’1 gennaio scorso era stata riaperta la Guardia medica di Burgio, rimasta chiusa per un mese, mentre veniva chiusa quella di Villafranca Sicula fino al 31 gennaio. Durante quel periodo, Burgio ha garantito l’assistenza primaria anche per Villafranca, in base a quanto disposto dal Distretto di base di Ribera dell’Asp di Agrigento.
Nonostante numerose riunioni nelle settimane precedenti, non era stata trovata una soluzione definitiva alla carenza di personale medico, e la gestione a staffetta tra i presidi è proseguita. L’Asp, tramite il direttore sanitario Raffaele Elia, aveva chiarito che “la grave carenza di personale medico sta alla base della dolorosa ma inevitabile scelta di razionalizzare la gestione dei presidi di continuità assistenziale dei comuni agrigentini di Burgio, Lucca Sicula e Villafranca” e che “il fatto che queste difficoltà si riscontrino anche in altre province della Sicilia non solleva ma spinge anzi a cercare soluzioni con maggiore incisività”. Soluzioni che, però, non sono ancora arrivate.
Nel frattempo, l’Asp di Agrigento ha avviato una nuova organizzazione della propria direzione generale, che diventa ora “itinerante”. Lasciando la sede legale della Cittadella della Salute di Agrigento, la direzione si sposterà ciclicamente nei cinque ospedali della provincia.
“La scelta di ‘uscire’ dalla sede legale della Cittadella della Salute del viale della Vittoria – precisa il direttore Capodieci – non ha un mero significato simbolico. Serve a penetrare ancor più da vicino le dinamiche dell’assistenza ospedaliera e contribuisce ad acuire lo spirito di squadra fra chi opera in corsia, a diretto contatto con i pazienti, e la direzione strategica”.
Una scelta che mira ad avvicinare fisicamente la direzione aziendale ai bisogni della gente e del personale, e che, dopo essere stata applicata con regolarità all’ospedale “San Giovanni di Dio” (dove è presente ogni venerdì, ndr), viene ora estesa agli altri presidi ospedalieri della provincia.