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Sambuca prega per la sorte di Leo D’Amico: il motociclista del Giro d’Italia travolto oggi da un’auto lotta tra la vita e la morte

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È il procuratore aggiunto di Agrigento Salvatore Vella il magistrato che in queste ore indaga sull’incredibile incidente causato dalla drammatica imprudenza di un anziano che, in località Maddalusa, sulla statale 640, alla guida della sua Fiat Stilo ha forzato il blocco della strada imposto dall’Anas causando lo schianto con la motocicletta guidata da Leonardo D’Amico, 48 anni, di Sambuca di Sicilia, commissario di gara del Giro d’Italia. Lo scontro è stato violentissimo. D’Amico ha subito la frattura di ben dodici costole ma, soprattutto, una grave emorragia cerebrale. Il sambucese è stato trasferito d’urgenza all’ospedale Sant’Elia di Caltanissetta, dove nel pomeriggio è stato sottoposto ad un delicatissimo intervento chirurgico. Nello schianto il casco protettivo è stato divelto. Una vicenda incredibile e assurda, che rileva sotto diversi profili, a partire dalle responsabilità dell’automobilista. La sua posizione giudiziaria sarebbe definita “gravissima” dai magistrati. Il Pm Vella si è recato sul luogo dell’incidente, sentendo i due addetti dell’Anas che vigilavano sull’interruzione del transito su quel tratto di strada. Il loro interrogatorio è poi proseguito nella sezione di Polizia giudiziaria della Procura di Agrigento. L’Anas sta fornendo la massima collaborazione nei confronti degli inquirenti. Il dottor Vella è affiancato, nel lavoro di queste ore, dalla dottoressa Paola Vetro. Anas che, però, nel pomeriggio aveva diramato un comunicato stampa secondo il quale il motociclista dell’organizzazione del Giro d’Italia sarebbe morto. Notizia, poi, per fortuna smentita dalle stesse fonti giudiziarie. Ma durante la diretta di Rai Sport i telecronisti l’avevano già riferita. Una rincorsa di indiscrezioni che naturalmente ha alimentato il tam-tam sui social network. Al momento, malgrado le sue condizioni siano gravissime, Leo D’Amico è ancora in vita.

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