“L’Immacolata è il sigillo dell’ottimismo di Dio sull’umanità e Maria è il simbolo della speranza alla quale ispirarsi per dare un futuro migliore a questo territorio”. Queste le parole pronunciate, stamane ad Agrigento, dal cardinale Francesco Montenegro durante l’omelia dell’Immacolata…
“La nostra terra – ha sottolineato il pastore agrigentino – è ferita mortalmente da tante situazioni inquietanti: l’alta disoccupazione giovanile, e non, è un’ inarrestabile emorragia di vita e vitalità che costringe a emigrare; le famiglie spezzate anche a causa dell’ emigrazione, le nostre strade che non permettono comunicazioni veloci e sicure; l’università che stenta a ripartire; il turismo mordi e fuggi che non è risorsa né aiuta a una ripresa economica; le aziende quasi inesistenti e in difficoltà; la politica litigiosa e poco creativa; la violenza che si chiama mafia e il potere che si chiama massoneria. Ma so anche che in questa terra c’è tanta gente – giovane e meno giovane – coraggiosa e generosa, impegnata nel bene che getta testardamente i semi per un futuro diverso e migliore”. Un’esortazione, dunque, quella dell’arcivescovo a non abbandonare mai la speranza che, appunto, si chiama “Maria”. Montenegro, durante il pontificale, ha inoltre affermato che Dio è diventato il grande estraneo della nostra società. “Il toglierlo di mezzo – ha concluso – sta rimpicciolendo talmente l’uomo, che facilmente si scopre la poca umanità che c’è in giro. Pertanto, tutti devono essere parte attiva per il futuro di questa terra”.