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Comune di Sciacca

Il bilancio di fine anno della CGIL: ” Il 2018 un anno da dimenticare, il 2019 che sia quello delle battaglie”

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RicevIamo e pubblichiamo le consuete riflessioni di fine anno della CGIL agrigentina.

“L’anno che va a chiudersi è, purtroppo, un altro “anno da dimenticare”.
Il problema è che, nel decennio della crisi, siamo davvero stanchi di vedere passare il tempo invano e di vedere che i problemi, pure avvistati, restano inspiegabilmente tutti sul tappeto irrisolti.
Cambiano i Governi Nazionali e Regionali, cambiano le Amministrazioni Comunali ma i problemi “di fondo”, quelli che una volta si sarebbero chiamate le “precondizioni dello sviluppo” sono ancora tutti lì: assenza o carenza di infrastrutture materiali e immateriali; un sistema imprenditoriale assai fragile incapace di dare le risposte occupazionali che servono; tassi troppo elevati di disoccupazione soprattutto giovanile e femminile cui adesso si sommano anche seri problemi demografici dovuti allo spopolamento dei nostri paesi ed al calo delle nascite.

Tutto questo ci consegna una provincia popolata da anziani, alle prese con la cronicità della situazione dei servizi sanitari, povera ed isolata.

Certo, tutto questo convive con le tante eccellenze di questa nostra provincia che pure esistono e che a Noi sembrano essere da un lato “la prova del nove” di come sia possibile uscire dalla crisi e, dall’altro, ci indicano la via d’uscita: questa dev’essere una provincia che punta con assai più decisione sul turismo che faccia perno sull’enorme patrimonio archeologico e storico della Valle e di tanti luoghi della provincia; che valorizzi la qualità enogastronomica; che faccia del recupero dei centri storici e della rigenerazione urbana una risorsa enorme sia dal punto di vista economico che culturale.

Affrontare seriamente questa visione significa affrontare seriamente il problema dell’isolamento della provincia, di come “Agrigento sia collegata col mondo”, la condizione della viabilità interna, la vicenda della portualità e del collegamento con le isole.
In questo quadro occorre definire la questione di come Noi ci stiamo dentro la ZES (Zona Economica Speciale).
E tutto questo non è disgiunto dalla capacità di rilanciare anche un sistema industriale che risulta assai impoverito e debilitato, partendo dal rilancio delle “aree industriali” e artigianali: pensiamo a com’è ridotto un settore come quello edile che, in 10 anni, ha visto ridurre la sua potenza del 75%.
Per questo, a nostro avviso, il 2019 dev’essere almeno l’anno nel quale riusciamo a mettere insieme le forze sociali ed economiche attorno ad un tavolo per comprendere, comune per comune, cosa sia davvero cantierabile e si facciano partire le opere!
L’anno nel quale la questione della “messa in sicurezza” del territorio, l’affrontare le questioni ambientali e dell’assetto idrogeologico diventi un fatto ordinario e non una cosa da scoprire nelle emergenze.
La stessa aggregazione, in stretto raccordo ed in alleanza con il sistema del governo locale, devono pretendere che si affrontino e si risolvano, da parte dei competenti livelli di governo, alcune questioni che si trascinano.
Ne citiamo alcune: la “questione Terme di Sciacca”; la “questione Kainite”; la “questione Italcementi”, ovvero alcune ipotesi di sviluppo possibile che restano al palo e da cui potrebbero arrivare risposte occupazionali!
Così come la “questione Girgenti Acque” e la “questione Rifiuti” devono trovare nel 2019 un assetto definitivo.
Sulla prima, grazie alla rinnovata iniziativa dei Sindaci ed all’azione del nuovo Prefetto, è stato fatto il passo importante, quello di chiudere la partita col gestore privato, adesso dobbiamo lavorare ad una gestione pubblica della risorsa salvaguardando gli investimenti sulla rete e l’economicità complessiva. Salutiamo con grande favore la riapertura di un ragionamento sul ruolo e la funzione di “SiciliAcque” e delle sue tariffe.
Sulla seconda occorre risolvere i problemi dell’impiantistica e cominciare a costruire filiere produttive sui rifiuti come risorsa e affrontare, una volta per tutte ed in modo serio, come spezzare questo circuito perverso evasione-ritardi pagamenti- scioperi-caos.
Nel 2018 abbiamo visto riaccendersi una spinta dei Comuni alla condivisione, pensiamo alla questione delle Aree SNAI o a quelli del GAL: sono spinte positive che sosteniamo e sosterremo.
Il 2018 ha visto chiudere, dopo 30 anni e in alcuni Comuni, la pagina triste del precariato (ad ognuno di loro rinnoviamo i nostri migliori auguri): è una pagina che va estesa a tutte le realtà comunali!
Nel 2019 porremo con maggiore forza la questione di come sono combinati i Comuni con riferimento alle loro piante organiche ed alle difficoltà che spesso hanno di rispondere ad alcuni bisogni: penso alla progettazione di opere pubbliche ma anche alla condizione degli Uffici della Solidarietà Sociale che devono mettere in campo gli strumenti per aggredire le nuove emergenze sociali.

Nel 2019 riprenderemo con forza la necessità di una lotta senza quartiere alle mafie attraverso una serie di iniziative, anche in raccordo con altre strutture come “LIBERA”. Ci siamo costituiti “parte civile” nel “processo Montagna” e vogliamo concretamente a batterci per una “antimafia della concretezza” che risponda ad esigenze avvertite e che renda visibile e immediata l’esigenza che abbiamo di liberarci da questa asfissia, liberando, ad esempio, tante realtà economiche che ci auguriamo trovino il coraggio di persone come Ignazio Cutrò (per il quale continuiamo a chiedere un rafforzamento della tutela) e che renda disponibili tutti i beni immobili sequestrati e confiscati alla mafia.

Un ringraziamento sentito per l’opera quotidiana della Magistratura Agrigentina che ha dato un grande impulso a questa battaglia insieme alle forze dell’ordine che si battono con passione e coraggio.

Così come, insieme all’ANPI, all’ARCI vogliamo riprendere e consolidare la iniziativa sui temi della memoria e della necessità di riaffermare i valori dell’antifascismo, della Costituzione e dell’antirazzismo, considerato il clima complessivo che si vive ne Paese.

Se volessimo riassumere, il 2019 dev’essere l’anno in cui riprendiamo la battaglia sui diritti negati: il diritto al lavoro, il diritto alla mobilità, il diritto alla salute, il diritto alla sicurezza, a partire da quella sul lavoro.

Una questione che ha ricevuto, sul finire del 2018, un impulso positivo è tutta la questione del “polo universitario” di Agrigento che abbiamo sempre seguito con grande interesse. Ovviamente non possiamo che salutare con favore ed interesse gli annunci dell’UNIPA, tuttavia non ci uniamo al coro di coloro che assai contraddittoriamente hanno dato un loro contributo e segnaliamo che, ancora, occorre risolvere una serie di questioni prima di festeggiare la rinascita ed il rilancio del CUA. Un rilancio che non può e non deve essere “concesso” e slegato da concreti processi di sviluppo del territorio e della sua economia.

Infine, ci si consenta di guardare alla nostra grande e storica organizzazione. Il 2019 sarà un anno importante per la CGIL che si avvia ad eleggere (a fine gennaio) il proprio Segretario generale e lo sarà anche per la nostra provincia dove continuerà l’opera di rinnovamento, rafforzamento e reinsediamento della nostra Organizzazione. Abbiamo già, nei Congressi che abbiamo tenuto a fine 2018, rinnovato alcune importanti Categorie (turismo e commercio, chimici ed elettrici, bancari ed assicurativi e comunicazioni). Continueremo con altre categorie e con la ricostituzione, almeno nei “medi centri” delle “camere del lavoro” in modo da affiancare alle strutture di servizio e di tutela individuale anche strumenti di battaglia politico-sindacale.

Per Noi l’anno si aprirà il 3 gennaio alle 10 con il SIT IN davanti la Prefettura dei Sindacati dei Pensionati CGIL CISL UIL contro la manovra economica del Governo Conte che, ancora una volta, vuole fare cassa sulle pensioni ed in attesa dell’annunciata Manifestazione Nazionale Unitaria; continuerà – come ogni anno – il 4 gennaio a Sciacca nel ricordo dell’assassinio di Accursio Miraglia e, nei giorni successivi con l’inaugurazione delle nuove “camere del lavoro” a Canicattì e a Porto Empedocle.
Il 10 saremo a Licata, al fianco dei Movimenti che si battono contro la trivellazione e le ricerche petrolifere nei nostri mari e contraddicono ogni nostra ipotesi di sviluppo.

Ci attende un anno di impegno, di battaglie, di lotte che continueranno i gloriosi 112 anni della nostra Organizzazione.
Sia pure in condizioni davvero difficili, vogliamo continuare ad essere un punto di riferimento certo per quanti un lavoro ce l’hanno, per quanti lo cercano, per i pensionati di questa provincia.
Vogliamo farlo non da soli o rivendicando primogeniture, vogliamo farlo insieme a chi si batte per una provincia diversa, che non si rassegna a stare negli ultimi posti delle graduatorie.
Voglia una provincia accogliente ed inclusiva, dove stare meglio tutti.
Abbiamo bisogno di “fare fonte comune”, ritornare a “pensare in grande” cominciando a riproporre i temi veri ed importanti di questa nostra Comunità.
Agrigento ritrovi questa unità d’intenti, questa voglia di riscatto e di uscire dalla crisi, di ridare speranza e serenità.
Forze Sociali, economiche, culturali, associative, religiose lavorino concretamente a questo “progetto Agrigento” di rinascita.
La CGIL ci sarà, con tutta la sua energia positiva e la voglia di combattere, ed augura a tutti un 2019 ricco della stessa propositività”.

Massimo Raso

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