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Menfi, albergatori contro l’aumento della tariffa dell’imposta di soggiorno: “Piuttosto che agli aumenti, si pensi a scovare gli abusivi”

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Sono tanti gli albergatori di Menfi che hanno deciso di sottoscrivere una nota inviata al sindaco, Marilena Mauceri, l’assessore al Turismo ai consiglieri comunali con la quale contestano la delibera di Giunta dello scorso primo aprile che riguarda l’approvazione delle tariffe dell’imposta di soggiorno per l’ anno 2019 e che comporta un ragguardevole aumento per tutte le categorie di strutture ricettive.

Gli albergatori che hanno successivamente inviato la nota per conoscenza anche alla Federalberghi e alla Camera di Commercio scrivono: ” Speriamo che si tratti di uno dei soliti “pesci d’aprile” ed ove non lo fosse saremmo costretti ad esprimere il nostro disappunto per i motivi che, qui di seguito, vengono espressi:

1) la citata delibera di Giunta comunale arriva quando ormai la maggior parte delle prenotazioni è stata già confermata nei mesi scorsi e sarebbe certamente scorretto, nei riguardi dei turisti, modificare in corsa quanto pattuito; tra l’altro la citata delibera mette in difficoltà gli operatori per i contratti già stipulati con i Tour Operator;

2) per quanto concerne l’imposta di soggiorno, si tratta di determinazione di tariffe e non di aliquote mentre l’art. 42, comma 2, lettera f) del D.Lgs. 18 agosto 2000. n. 267 esclude dalla competenza del consiglio comunale soltanto le aliquote;

3) le attuali tariffe inserite nella delibera di consiglio comunale n. 74 del 19/11/2014, sono state, appunto approvate, infatti, dal Consiglio comunale; 4) nell’articolo 4 del D.lgs. 14 marzo 2011, n. 23 è espressamente detto che “I comuni capoluogo di provincia, le unioni di comuni nonché i comuni inclusi negli elenchi regionali delle località turistiche o città d’arte possono istituire, con deliberazione del consiglio, un’imposta di soggiorno a carico di coloro che alloggiano nelle strutture ricettive situate sul proprio territorio, da applicare, secondo criteri di gradualità in proporzione al prezzo, sino a 5 euro per notte di soggiorno”;

5) che i criteri di gradualità sono stati definiti dal Consiglio Comunale appunto nella deliberazione n. 74 del 19/11/2014; 6) che, stravolgendo tali criteri di gradualità la citata delibera di giunta, a nostro avviso senza alcuna logica, fissa aumenti nella misura del 400% (4 volte quella attuale) per Case vacanza, B & B, Case per ferie o unità abitative per uso turistico, Altre attività assimilate; aumenti
del 300% (3 volte quella attuale) Affittacamere, aumenti del 250% (2,5 volte quella attuale) per alberghi a 3 stelle, di aumenti del 100% (2 volte quella attuale) per alberghi 4 stelle, Alberghi 1-2 stelle, Residenze turistico alberghiere – Residence, Agriturismi, Ostelli della gioventù, Strutture ricettive all’aria aperta, Campeggi ed aree attrezzate per la sosta temporanea, del 60% (1,6 volte quella attuale) per Alberghi 5 stelle o superiori colpendo maggiormente le strutture ricettive più piccole e fragili; 7) che in base a detti criteri di gradualità definiti dal Consiglio comunale per le varie categorie di strutture ricettive, per rispettare tale delibera di Consiglio comunale, dovrebbero essere fissati, a nostro avviso, aumenti in misura percentuale identica per tutte le categorie;

8) che considerato che l’imposta massima fissata dal citato art. 4 del D.lgs. 14 marzo 2011, n. 23 è pari a 5 euro;

9) che in considerazione di quanto sopra evidenziato l’aumento massimo per arrivare ad un’imposta di 5,00 euro per gli alberghi a 5 stelle o superiori è pari al 100%”.

Gli albergatori, dunque chiedono all’amministrazione comunale di Menfi il ritiro della delibera e che cosa intende fare e che cosa ha fatto l’amministrazione comunale per far pagare l’enorme quantità di abusivi pari a quasi il 700% delle attività regolari.

“L’amministrazione comunale stessa – continua la nota – è già dotata di un software che posiziona su una mappa l’offerta turistica nel territorio utilizzando i dati provenienti dalle OTA e sappiamo che tale offerta si attesta in oltre 400 unità mentre ci risulta che le aziende in regola sono circa 60 con un numero di abusivi che dovrebbe attestarsi ad oltre 350 unità”

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