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Boom per Bartolo e Giarrusso, ecco tutti gli eletti in Sicilia

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Tre seggi al Movimento 5 stelle, due alla Lega, uno al Partito democratico, uno a Forza Italia e uno a Fratelli d’Italia. La ripartizione dei seggi non è ancora definitiva, ma questo è il primo degli scenari possibili post Elezioni europee 2019. Quando il calcolo matematico avrà lasciato il posto alla certezza dei dati definitivi, si saprà se al Partito democratico di seggi ne spettano due (a dispetto dell’unico di Fratelli d’Italia, che andrebbe perduto), oppure se la situazione rimarrà uguale alle ipotesi che l’hanno fatta da padroni per tutta la notte. Quel che è certo è che le Elezioni europee 2019 si chiudono consegnando ai pentastellati la deputazione più ampia nella circoscrizione Italia insulare, seguito dal gruppo di eurodeputati che porterà il vessillo del ministro dell’Interno Matteo Salvini. 

Ai vertici delle liste è un testa a testa ovunque la si guardi: i pentastellati Dino Giarrusso e Ignazio Corrao si distanziano di appena un migliaio di voti (116.776 contro 115.365), mentre Alessandra Todde, la super-professionista scelta dal ministro del Lavoro Luigi Di Maio, li guarda da lontano (88.206 preferenze). Nella Lega il nome di Matteo Salvini, candidato anche nelle Isole, è il traino più forte che c’è: 239.026 preferenze, tra i suoi è un plebiscito. Immaginando che scelga il seggio corrispondente a uno di quelli vinti nel Nord Italia, l’elezione a Bruxelles scatterebbe, oltre che per l’avvocata licatese Annalisa Tardino (32.767 voti), anche per la leader dell’associazione Eurexit, l’antieuropeista avvocata palermitana Francesca Donato (28.067).

I suoi 135.037 voti garantiscono al medico lampedusano Pietro Bartolo non solo l’elezione, ma anche una invidiabile posizione di forza all’interno del Partito democratico. Eletto anche nella circoscrizione Italia centrale, dovrebbe optare per la sua Sicilia. Ventiquattromila voti dopo spunta Caterina Chinnici (112.459), eletta anche lei nel caso di una favorevole ripartizione dei seggi. Meno della metà delle preferenze le ottiene Michela Giuffrida (52.185) – nel 2014 ne prese oltre 90mila – mentre sorprende il risultato ottenuto dalla candidata outsider in quota Siamo europei Virginia Puzzolo, che ottiene 13.522 voti e si piazza quinta. 

La sfida interna a Forza Italia, infine, si risolve con una vittoria per Gianfranco Micciché. Che, pur non candidato, segna un punto di tutto rispetto nella battaglia sulla leadership del partito in Sicilia. Il leader Silvio Berlusconi ottiene 90.271 voti, seguito dal deputato all’Ars Giuseppe Milazzo (74.624). Il suo ingresso in lista, al posto dell’ex alfaniano Giovanni La Via, aveva portato alla fuoriuscita da Fi del sindaco di Catania Salvo Pogliese in polemica proprio con Micciché. A distanza di millecinquecento preferenze (73.093) si piazza l’ex ministro Saverio Romano, guardato con benevolenza dagli ex governatori Totò Cuffaro e Raffaele Lombardo. La candidata del sindaco di Messina Cateno De Luca, Dafne Musolino, guarda la partita da lontano con 47.097 voti ottenuti.

In Fratelli d’Italia, infine, l’ultimo dubbio sul seggio. Se il calcolo lo permetterà, una poltrona per il parlamento europeo dovrebbe aggiudicarsela l’ex sindaco di Catania e senatore, ribelle di Diventerà bellissima Raffaele Stancanelli. I suoi 30.293 voti gli valgono il secondo posto dopo la leader di partito Giorgia Meloni.

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