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Dimino e Mandracchia respingono le accuse nell’udienza di convalida, i Ciaccio si avvalgono della facoltà di non rispondere

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“Sono stato associato, non sono stato più operativo però dopo la scarcerazione. Con Nicosia ho avuto rapporti legati da politica carceraria.”

Si è difeso così nel pomeriggio di oggi, nel carcere Pagliarelli di Palermo, Accursio Dimino, indagato per associazione mafiosa e tra i cinque destinatari del provvedimento di fermo da parte della Dda di Palermo nell’ambito dell’indagine antimafia denominata “Passepartout”.

Accursio Dimino è difeso dall’avvocato Salvatore Pennica.

Si sono avvalsi della facoltà di non rispondere i fratelli Luigi e Paolo Ciaccio, imprenditori, indagati per favoreggiamento. Sono difesi dagli avvocati Paolo Imbornone e Salvino Barbera.

Ha risposto alle domande del giudice Alberto Davico, invece, Massimiliano Mandracchia, commerciante di frutta, assistito dagli avvocati Antonello Palagonia e Calogero Lanzarone. Si è difeso affermando che lui a Dimino faceva fare soltanto delle telefonate whatsapp con un suo cugino che si trova in America. Sapeva che riguardavano la possibilità che Dimino trovasse un lavoro in America. Ad agosto, sempre secondo quanto dichiarato al giudice da Mandracchia, ha interrotto ogni contatto. Anche Mandracchia è indagato per favoreggiamento. I legali del commerciante si sono opposti alla convalida del fermo. Il giudice per tutti gli indagati deciderà domani.

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