La norma sull’acqua pubblica che l’Ars ha votato nel 2015, è stata bocciata dalla Corte Costituzionale. Ciò significa che tutte le norme che limitavano l’azione dei privati nella gestione idrica siciliana verranno meno, ma molte di queste norme erano state cassate, come la determinazione delle tariffe, dalla stessa Regione dopo che il Governo aveva avanzato il ricorso alla Corte. Si tornerà, dunque, alle regole in vigore prima della pubblicazione della legge che era stata approvata tra le polemiche.
Tra i sostenitori della norma anche Giovanni Panepinto e altri esponenti che aveva spinto molto per la riforma.
La riforma dell’acqua pubblica era stata presentata come la naturale conseguenza del referendum, invece l’ennesimo buco nell’acqua, è proprio il caso di dirlo, dopo un iter travagliato di due anni.
(Nella foto, un momento di protesta passati per l’acqua pubblica davanti all’Ars)