“È assurdo che regione per regione possano essere adottate regole diverse nel prevenire la diffusione del coronavirus”. Lo dichiara il sindaco di Agrigento, Lillo Firetto, rilanciando l’appello dell’Anci.
“Abbiamo rinunciato alle nostre funzioni di sindaci in questa emergenza poiché con responsabilità abbiamo ritenuto prioritaria e urgente una gestione univoca in una situazione sanitaria gravissima. Ora invece non sembra si stia seguendo la stessa logica. Le regioni decidano autonomamente i tempi delle riaperture in base alle diverse condizioni in termini di contagi e di capacità di risposta del sistema sanitario. Ma le linee guida per prevenire la diffusione del virus siano uniche in tutto il Paese. Esiste il rischio concreto di comportamenti disgiunti su temi che, invece, data l’urgenza, hanno necessità di una conduzione univoca. Oltreché il rischio che le regioni acquisiscano impropriamente delle competenze che sono già dei sindaci, sui quali peraltro grava sempre la responsabilità di essere in prima linea su un’altra emergenza, quella sociale. Una situazione che ci espone enormemente e di cui pare non si voglia tener conto. Peraltro dall’ultimo DPCM non si colgono ancora quegli strumenti atti a scongiurare una crisi finanziaria dei Comuni e la conseguente sospensione anche di alcuni servizi. Se abbiamo dato la precedenza a Roma per l’emergenza sanitaria, ha avuto il senso di dettare regole uniche per tutti. La libertà affidata alle regioni di muoversi autonomamente sulle regole di prevenzione stride con la linea condivisa e tenuta finora. Auspico – conclude Firetto – che il governo intervenga per raccogliere l’appello di Anci perché siano disposte le linee guida da adottare in tutto il Paese”.