È tornato a deporre al Tribunale di Agrigento, stavolta nel processo scaturito dall’operazione denominata “Duty free”, il pentito di Palma di Montechiaro Giuseppe Tuzzolino, colui che con le sue precedenti rivelazioni ha fatto finire sotto i riflettori gli affari della massoneria agrigentina, determinandone anche una specie di fuggi fuggi generale da parte di personalità che, evidentemente, hanno temuto in un modo o nell’altro di poter essere chiamate in causa. L’ultimo procedimento al quale Tuzzolino ha deposto è quello che, secondo l’accusa, ha fatto venire fuori un presunto giro di tangenti ad alcuni funzionari dell’Agenzia delle Entrate di Agrigento in cambio di assunzioni di personale. E Tuzzolino, in particolare, ha accusato il presidente di Girgenti acque Marco Campione di avere assunto lavoratori dietro segnalazioni provenienti dal mondo politico. “Assunzioni interessate”: questa la definizione del Pubblico Ministero Andrea Maggioni. Tuzzolino ha fatto anche i nomi dei politici (agrigentini) che avrebbero sponsorizzato i propri protetti. È un verbale d’interrogatorio, quello di Tuzzolino, ancora coperto da numerosi omissis quello che i magistrati di Agrigento hanno redatto. Ma intanto il capo di Girgenti acque ha già annunciato querela. “Avuta notizia delle propalazioni rese da Tuzzolino Giuseppe nel procedimento cd “Duty Free”, il Presidente Marco Campione – legale rappresentante della Società Girgenti Acque S.p.A. – respinge le calunniose dichiarazioni di Tuzzolino, trattandosi di dichiarazioni mendaci e fuorvianti e pertanto gravemente lesive e diffamanti. Tali affermazioni – aggiunge Campione – prive di qualsiasi fondamento, arrecano grave danno non soltanto all’immagine della Girgenti Acque S.p.A., ma anche a tutti i lavoratori della stessa Società e del suo Presidente Marco Campione. Perciò verrà presentato atto di denuncia per il reato di calunnia e per tutti gli altri reati che l’Autorità Giudiziaria dovesse ravvisare.”
Il pentito Tuzzolino parla del “sistema delle assunzioni” presso Girgenti acque. La società annuncia querela per calunnia
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