Il racconto di uno dei naufragi più drammatici del Mediterraneo, è andato in onda ieri sera in un servizio giornalistico del programma di approfondimento di Raidue “Nemo”. Tra gli intervistati per ricostruire la storia del naufragio del peschereccio che si è capovolto al largo del Canale di Sicilia il 25 maggio del 2016, anche il sostituto procuratore di Agrigento, Salvatore Vella che sostiene l’accusa nel processo contro i due scafisti, sopravvissuti al naufragio, che sono accusati di omicidio doloso e che rischiano trent’anni di carcere per la morte di ben 288 migranti.
Salvatore Vella da alcuni dettagli, si è accorto che il peschereccio è stato modificato prima del viaggio per permettere di poter trasportare un numero superiore di migranti, sono più di 700 quelli a bordo del peschereccio poi inabissato e la maggior parte dei morti sono quelli che si trovavano intrappolate nella stiva.
Un servizio giornalistico che ha spiegato come funziona l’organizzazione dei “viaggi della speranza”.