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Comune di Sciacca

Oltre un anno nel carcere di Sciacca, accusato di essere uno scafista, e oggi l’assoluzione

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La prima sezione collegiale del Tribunale di Agrigento ha assolto perché il fatto non sussiste Alì Ghrouda, di 29 anni, tunisino. L’imputato era accusato, in concorso con altri soggetti, in qualità di conducente del natante partito dalle coste tunisine alla volta dell’Italia, di avere procurato l’ingresso nel territorio italiano di 12 stranieri di varie nazionalità in violazione delle norme contenute nel testo unico dell’immigrazione.

Parimenti erano state contestate le aggravanti previste dal numero degli immigrati trasportati (superiore a cinque) nonché l’esposizione al pericolo della vita e l’incolumità degli immigrati nonché l’aggravante di aver commesso il fatto in concorso con più di due persone.

Nel corso dell’indagini preliminari diversi extracomunitari avevano indicato l’imputato quale scafista. I fatti risalgono al 2 ottobre del 2019. Nel corso di una specifica attività di perlustrazione e sorveglianza del canale di Sicilia una vedetta della Guardia di Finanza di Catania intercettava, a circa quattro miglia nautiche dall’isola di Lampedusa, un natante in legno privo di segni identificativi.

A seguito dello sbarco dei migranti la Procura della Repubblica disponeva immediatamente la misura cautelare della custodia in carcere dell’imputato. La Procura della Repubblica di Agrigento, a seguito dell’istruttoria dibattimentale, ha chiesto la condanna del ventinovenne ad otto anni di reclusione. Con la sentenza la prima sezione collegiale del tribunale di Agrigento, oltre a riconoscere l’assoluta non colpevolezza dell’imputato “perché il fatto non sussiste”, ha inoltre disposto l’immediata scarcerazione dello stesso, il quale risultava recluso dall’ottobre del 2019 presso il carcere di Sciacca. Alì Ghrouda è stato difeso dall’avvocato Enrico Di Benedetto. Il difensore alla luce della sentenza emessa valuterà la possibilità di azioni relative all’ingiusta detenzione patita dall’assistito. Lo stesso imputato, infatti, alla luce della sentenza, è stato sottoposto a carcerazione preventiva per più di un anno. Il collegio penale, presieduto dal giudice Alfonso Malato, ha disposto il deposito delle motivazioni nel termine di 90 giorni.

Nella foto, l’avvocato Enrico Di Benedetto

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