Da 11 a 15 dipendenti, un’attività lavorativa che continua e che nel 2020 ha manifestato segnali di consolidamento alla Calcestruzzi Belice.
Lo riferisce Vito Baglio, segretario generale della Fillea CGIL di Agrigento, sottolineando che in un panorama di difficoltà per il mondo del lavoro, vengono premiate le scelte compiute fino ad oggi.
Sono stati richiamati lavoratori che in passato avevano prestato servizi in quest’azienda e altri ancora per potenziare l’organico e fare fronte alle richieste ricevute.
La vicenda Calcestruzzi Belice tiene banco ormai da qualche anno a Montevago e in particolare dal 2 gennaio del 2017 quando era stata bloccata ogni attività dopo la sentenza di primo grado, per un debito con l’Eni di 30 mila euro. La Corte d’Appello ha poi ribaltato quel pronunciamento. Dopo la sentenza d’appello l’azienda ha ripreso ad operare e sono tornati in servizio 11 lavoratori. Successivamente le integrazioni di organico. L’azienda, che ha come oggetto della propria attività la produzione di calcestruzzo preconfezionato e malte in tutte le loro forme, produce anche inerti, ghiaie, sabbie e pietrischetti. E’ stata prima sequestrata e poi confiscata ed è passata sotto la competenza dell’Agenzia nazionale per i beni confiscati. I lavoratori sono pronti a ricevere l’assegnazione in gestione della struttura e sperano che l’Agenzia decida al più presto. Un ruolo importante ha giocato il sindacato, ma anche l’amministrazione locale con il sindaco, Margherita La Rocca Ruvolo.