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I negozi di abbigliamento e calzature discriminati dalla “zona rossa, Confesercenti: “Penalizzate oltremodo”

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“La zona rossa in Sicilia, stabilita dal governo, a seguito delle accorate sollecitazioni del presidente Musumeci con le ulteriori restrizioni decise dalla giunta regionale, ha di fatto creato una situazione che non garantisce ne gli aspetti per limitare le occasioni di contagio ne un trattamento equo nei confronti delle attività commerciali”. Lo dichiara il presidente di Confesercenti Sicilia Vittorio Messina.
“Per altro. – aggiunge – vengono penalizzate oltremodo e senza giustificazioni le imprese dell’abbigliamento e delle calzature. Tante sono infatti le attività aperte e non tanto limitato risulta pertanto il movimento delle persone, per cui non si comprende perché i negozi di abbigliamento e calzature debbono essere quelli che sono costretti a pagare il prezzo più alto della crisi, considerato anche che sono i settori che meno hanno ricevuto come ristori”.
“ Le cifre drammatiche – continua Vittorio Messina – che si riferiscono ai primi giorni dei saldi invernali la dicono lunga sul fatto che certamente non si tratta di attività che possono fare temere particolari e pericolosi assembramenti. Si chiede pertanto di intervenire in tal senso e porre rimedio ad una palese discriminazione che non ha alcun valore sul piano delle misure anticovid ma che certamente ha un peso notevole per quanto riguarda la probabilità che molte saracinesche non si rialzeranno dopo la fine del lockdown”.
“Piuttosto – conclude il presidente Messina – ci si impegni ad adeguare le strutture sanitarie della Sicilia ai criteri stabiliti dal sistema sanitario nazionale evitando di stressare ulteriormente chi lavora nei nostri ospedali. Non c’è dubbio infatti che ci troviamo in zona rossa, più che altro per la fragilità della sanità siciliana. Inoltre, desta grande preoccupazione l’orientamento del presidente Musumeci a volere prolungare le limitazioni imposte in zona rossa a seguito del comportamento disinvolto si tanti cittadini. Questo non può essere certo il rimedio per superare tale impasse, piuttosto si intensifichino i controlli e si responsabilizzino le persone con una adeguata campagna di comunicazione che spieghi come il mancato rispetto delle regole danneggia la salute e l’economia”.

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