Pattume, oggetti di vario tipo e anche pericolosi pezzi di ferro giacciono incustoditi nello spiazzale antistante il plesso Catusi, di Sciacca, dove il cancello è sempre aperto esponendo quanti frequentano la scuola, soprattutto bambini, a numerosi rischi e pericoli. Tra i rifiuti, campeggia anche una targa con il simbolo della Regione Siciliana che dice….
“Le spese di funzionamento di questa Istituzione Scolastica sono sostenute dalla Regione Siciliana, assessorato regionale Beni Culturali, Ambientali e Pubblica Istruzione.” Questa è la scritta impressa su una targa gettata senza nessuno scrupolo, come ormai tanti altri rifiuti e oggetti pericolosi, all’interno dello spiazzale antistante il plesso Catusi, di Sciacca, che mostra, ogni giorno, uno spettacolo a dir poco indecente e indecoroso soprattutto per i numerosi bambini che, giornalmente, si recano a scuola. Suscita sicuramente ilarità il fatto di trovare in mezzo a questo scempio, anche una targa con una scritta che non rispecchia proprio la realtà dei fatti. Il funzionamento di un’istituzione scolastica dipende anche, e soprattutto, dal luogo in cui vengono accolti gli studenti che proprio in quell’ambiente trascorrono la maggior parte del loro tempo. Se le spese di manutenzione, così come è scritto nella targa, sono sostenute anche da un assessorato regionale ai Beni Culturali e “Ambientali” e questo “ambiente”, poi, non lo si rispetta mai non si comprende il reale significato di questa dicitura. Per non parlare, poi, dei marciapiedi che costeggiano la scuola i quali sono perennemente in uno stato di dissesto e sconquassamento totale, con buche di ogni genere, che rendono alquanto difficoltoso e rischioso il percorso che ogni mattina genitori, bambini, ma anche anziani, devono attraversare, facendo degli slalom obbligati, per entrare a scuola. Se non si inizia da questo, è impensabile pensare e andare oltre. Uno spazio come quello antistante il plesso Catusi dovrebbe essere valorizzato per permettere di usufruirne senza la paura di potersi fare male, a causa degli oggetti pericolosi a cui nessuno, forse, fa più caso. Perché poi, quando qualcosa non funziona, a Sciacca, subentra l’abitudine e, ad un certo punto, incombe la rassegnazione e un eterno lamento che, purtroppo, resta inascoltato. Celentano nella celebre canzone “Soli” dice: “E’ inutile suonare, qui non vi aprirà nessuno.” Sarebbe bello potere essere smentiti. Sarebbe bello.