“La gestione dell’emergenza pandemica ancora in atto ha comportato in tutto il territorio italiano, e quindi anche in provincia di Agrigento, un notevolissimo incremento del volume delle prestazioni sanitarie, e soprattutto dell’effettuazione dei tamponi e delle analisi necessarie alla diagnosi del covid-19. La Struttura della Unità Operativa di Patologia Clinica dei PP.OO. di Sciacca-Ribera ha inevitabilmente subito questo contraccolpo, essendosi trovata nella condizione di dover fronteggiare la rilevante ed eccezionale mole di lavoro, oltre all’ordinario servizio richiesto in una struttura ospedaliera per la patologie c.d. comuni”.
Inizia così la replica dell’Asp di Agrigento alla Cisl a proposito dei laboratori di analisi degli ospedali di Sciacca e Ribera.
“Come ben noto alle stesse Organizzazioni Sindacali che hanno espresso in toni allarmistici l’attuale situazione, i tecnici di laboratorio operano in regime ordinario presso entrambe le sedi di Sciacca e Ribera, dal momento che l’Unità Operativa, Struttura Complessa, è unica presso le due sedi. Ne discende che il trovarsi ad operare presso entrambe le sedi non costituisce evento eccezionale, ma rappresenta invece una condizione di assoluta ordinarietà. Episodiche situazioni di impossibilità di programmare con adeguato anticipo le turnazioni possono comprensibilmente avvenire, proprio in considerazione dell’emergenza in atto, ed anzi il riferito episodio di Febbraio è stato determinato dalla contemporanea situazione di indisponibilità di ben n. 4 operatori sanitari. L’emergenza sanitaria da Covid-19 richiama tutti gli Operatori Sanitari a qualche comprensibile sacrificio in più, compatibile con la piena tutela dei diritti dei lavoratori e della necessaria serenità lavorativa, e proprio grazie al quotidiano e professionale lavoro di tutto il personale sanitario è possibile fornire un’adeguata risposta alla necessità della popolazione di riferimento. A fronte di tutto questo, non possono comunque non costituire fonte di rammarico – conclude l’Asp – i toni del comunicato stampa del primo febbraio scorso, che rischia di ingenerare disinformazione ed allarme nella popolazione”.