I pubblici ministeri della Dda di Palermo, Francesca Dessì e Geri Ferrara, hanno chiesto la condanna a 20 anni di carcere per i due principali imputati del processo scaturito dall’inchiesta di mafia “Passepartout”. Si tratta di Antonello Nicosia, 49 anni, di Agrigento, ex assistente parlamentare della deputata di Italia Viva, Giusi Occhionero, accusato di associazione mafiosa, e di Accursio Di Mino, 62 anni, che era tornato libero dopo due condanne per mafia.
A Nicosia si contesta, fra le altre cose, di avere strumentalizzato la sua funzione di collaboratore parlamentare per entrare in alcune carceri siciliane, parlare con i boss e trasmettere all’esterno i messaggi che servivano alla gestione della famiglia mafiosa. Insieme a Nicosia e Dimino è stata coinvolta anche la parlamentare Occhionero che, in precedenza, è stata rinviata a giudizio per l’accusa di falso con l’aggravante di avere agevolato l’associazione mafiosa. La deputata, in particolare, avrebbe dichiarato falsamente, in attestazioni indirizzate alle case circondariali di Agrigento, Sciacca e Palermo che, nel dicembre del 2018, Nicosia “prestava una collaborazione professionale diretta, stabile e continuativa”.
Nicosia e Dimino, invece, sono imputati davanti al gup di Palermo, Fabio Pilato, nello stralcio abbreviato del processo. La pena proposta, infatti, senza la riduzione prevista dal rito, sarebbe stata di 30 anni di reclusione.
Chiesta, infine, la condanna a 2 anni e 4 mesi di Luigi Ciaccio, 34 anni, e a 2 anni e 2 mesi del fratello gemello Paolo, accusati di favoreggiamento personale con l’aggravante dell’avere agevolato l’associazione mafiosa. I difensori (gli avvocati Salvatore Pennica, Gioacchino Sbacchi, Paolo Imbornone e Francesca Paulicelli) illustreranno le loro arringhe il 23 marzo.
Mafia, chiesti 20 anni di reclusione per i saccensi Dimino e Nicosia
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