“Entro ventiquattro ore datemi la soluzione, altrimenti sarò io a decidere”. È così, secondo gli ultimi retroscena, che Francesca Valenti vuole tentare di uscire dal cul de sac nel quale la sua coalizione si è infilata nell’ambito dei negoziati in corso su deleghe assessoriali e presidenza del Consiglio comunale. Sullo sfondo c’è l’incertezza del gruppo Cusumano, che dopo aver deciso di puntare sul vicesindaco, ha poi deciso di mettere in discussione anche la presidenza del Consiglio. Da qui il possibile orientamento di Filippo Bellanca di puntare sullo scranno più alto di Sala Falcone Borsellino. Non c’è ancora niente di definito. Anche perché, eventualmente, in caso di rinuncia alla presidenza, a Sciacca Democratica il solo vicesindaco non basterebbe, e vorrebbe un secondo assessore in giunta. Giuseppe Ambrogio scalda i motori. Certo, non subito, ma tra qualche mese. Ma di nodi da sciogliere ce ne sono ancora numerosi. Il primo è che anche Paolo Mandracchia chiede l’assegnazione della delega di vicesindaco; il secondo è che i consiglieri designati assessori non intendono dimettersi dalla carica elettiva (temono di poter essere estromessi da un momento all’altro); il terzo nodo riguarda il Partito Democratico. Che non intende certamente stare alla finestra, e punta ancora alla presidenza del Consiglio, così come pattuito alla vigilia della vittoria di Francesca Valenti. Che, conoscendo personaggi e interpreti della politica e delle dinamiche dei partiti, non dubitava certo di potersi trovare prima o poi di fronte a questo scenario.
Trattative nella maggioranza, Francesca Valenti: “Voglio la soluzione, altrimenti decido io”
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