Il sindaco di Raffadali, Silvio Cuffaro, componente dell’assemblea dell’ANCI, è nuovamente intervenuto sulla questione della vaccinazione prioritaria dei sindaci, dopo che nei giorni scorsi aveva esternato la sua solidarietà al sindaco 78enne di Corleone Nicolò Nicolosi dimessosi dopo le polemiche sorte in seguito alla sue decisione di vaccinarsi pur non essendo in lista d’attesa.
Il nuovo spunto gli è stato offerto dalla dichiarazione del presidente nazionale dell’ANCI Antonio Decaro che, a commento dell’iniziativa di alcuni parlamentari che, alla Camera, avevano fatto inserire e approvare un ordine del giorno in cui chiedevano di inserire i sindaci tra le categorie ammesse prioritariamente alla vaccinazione ha così dichiarato: “Ringrazio i parlamentari, ma ci sono tante categorie di lavoratori esposte e fragili che dovrebbero essere vaccinati prima di noi; noi sindaci aspetteremo il nostro turno”.
Cuffaro ha così replicato: “Non ritengo possibile che il presidente nazionale dell’ANCI non valuti con attenzione il ruolo e l’importanza che ha un Sindaco, specialmente in questo momento di crisi sanitaria con le conseguenti crisi economica e sociale. Fino ad oggi è stato popolare tra i sindaci italiani, oggi invece ha deciso di vestire i panni populisti, evidentemente l’attuale accordo politico e il dialogo che il suo partito ha intrapreso con il movimento Cinque Stelle lo porta ad avere un atteggiamento populista e la cosa meno comprensibile è che lo abbia fatto indossando le vesti dell’antipolitica.
Se un sindaco, come motore della Protezione Civile, come organo di indirizzo della macchina amministrativa e organizzatore dell’azione di controllo del territorio come capo della Polizia Locale fosse impossibilitato, per motivi di salute dovuti al Covid-19, e quindi tutta la giunta in isolamento, chi farebbe le scelte necessarie e obbligatorie che ogni giorno un sindaco deve fare?
Il Sindaco – aggiunge Cuffaro – non è un qualsiasi cittadino che decide liberamente il proprio comportamento, il Sindaco prende decisioni che interessano la comunità che amministra e di cui non si può fare a meno, tanto che, quando viene meno per una qualsiasi ragione, l’ordinamento giuridico prevede la nomina di un commissario. La costituzione e la legge lo hanno previsto come una figura indispensabile e necessaria dell’organizzazione amministrativa della Repubblica dello Stato Italiano, evidentemente chi li rappresenta come associazione in Italia non gli riconosce questo ruolo.
Anche i parlamentari nazionali e regionali – continua – hanno questo ruolo, parliamo di decisioni, DPCM, decreti-legge e altro: chi dovrebbe approvarli se il parlamento non fosse in condizione di riunirsi, chi dovrebbe approvare il bilancio e la finanziaria della regione siciliana se il parlamento regionale non fosse in condizione di lavorare? Metterebbero in condizione di fermare persino il servizio sanitario nazionale.
Mancanza di capacità di fare questa elementare analisi da parte di Decaro? Non credo proprio, se non il prevalere di una logica populista e di un comportamento che impone l’anti politica ad una scelta logica, facile da capire, che garantirebbe una continuità amministrativa e sanitaria al nostro paese Italia e alle nostre comunità. Chiedo infine a Decaro: Chi penserà alle persone fragili o alle categorie più esposte presenti in un territorio se si fermasse il Sindaco di quel territorio”?