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La testimonianza di un malato di Sla che aspetta ancora di essere vaccinato, Enzo Santangelo: “Il mio grido per gli invisibili come me”

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E’ un ex docente saccense di storia e filosofia, da dieci anni malato di Sla, patologia che lo ha immobilizzato costringendolo a vivere in carrozzina. La sua vita a casa e’ scandita dalle cure di molte persone: specialisti, fisioterapisti, assistenti, moglie e figli che non lo lasciano mai solo perché la Sla ti immobilizza e anche parlare diventa una grande fatica alla quale pero’ il professore Santangelo non si e’ voluto sottrarre per attirare l’attenzione su migliaia di malati gravi come lui che ancora attendono a casa il proprio turno per la vaccinazione anti Covid. Il suo racconto e’ una testimonianza lucidissima di come lui affetto da una patologia così invalidante a distanza di tre mesi dall’inizio della vaccinazione in Italia deve ancora aspettare il proprio turno. ” Il mio grido – afferma – e’ per chi come me e’ immobile e sembra quasi invisibile”.

Caterina e Carmela provano e tentano di poter avere almeno una prenotazione per la vaccinazione. Diversi tentativi fatti, di attesa per poter mettere al sicuro almeno dal Covid il proprio genitore che a causa del suo stato ogni giorno riceve le cure di diverse persone non potendo applicare l’isolamento come protezione dal virus.

” Non pensiamo – afferma Caterina, la minore – di chiedere nulla di straordinario. Credevamo che mio papà con la sua patologia rientrasse tra le priorità e finora abbiamo atteso e sperato che venisse il suo turno, invece non siamo ancora riuscite neanche a prenotare la somministrazione al domicilio. Il mio ultimo tentativo non andato a buon risale a ieri ed ecco cosa mi e’ comparso ( ci mostra lo screenshot della schermata che vi proponiamo)

Caterina e’ a tutti gli effetti anche il braccio fisico di suo papa’ mentre noi lo intervistiamo effettua delle compressioni per permettergli di parlare meglio e poi e’ la mano che asciuga le sue lacrime ogni qualvolta il padre durante l’intervista si commuove. Perché un malato di Sla non puo’ fare le cose più elementari anche semplicemente soffiarsi il naso. Indispensabile quindi non solo vaccinare presto, prestissimo il malato, ma anche chi se ne prende cura.

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