S’intitola “Roveto Ardente” il nuovo murales, di tre piani, che svetta tra le vie della città di Palermo, questa volta in piazza Anita Garibaldi e ritrae Don Pino Puglisi nel quartiere di Brancaccio, dove abitava ed operava nel bene, il parroco che fu ucciso dalla mafia nel 1993, nel giorno del suo 56° compleanno.
“Se ognuno fa qualcosa, allora si può fare molto”, predicava Padre Pino per le strade della sua Brancaccio, di cui voleva risollevarne le sorti, salvando i giovani dalla strada e progettando per loro un futuro di legalità.
Il sacerdote, proclamato beato dalla Chiesa cattolica, rappresenta “Il fiammifero che spegnendosi ha appiccato il fuoco eterno della vampa del coraggio”, si legge in una nota della Fondazione Falcone.
L’ opera, la prima delle tre, dedicate a Don Pino Puglisi, è stata realizzata dall’artista Igor Scalisi Palminteri, per “Spazi Capaci/Comunità Capaci”, in occasione del 29° anniversario della strage.
Si tratta di un progetto d’arte della Fondazione Falcone e del Ministero dell’istruzione, a cura di Alessandro De Lisi, che verrà presentato il prossimo 23 maggio e che ha visto già la realizzazione del volto di Giovanni Falcone che veglia su Palermo, dipinto da Andrea Buglisi in via Duca della Verdura, su un edificio di undici piani.
“Questo progetto è l’esempio che attraverso l’arte è possibile sottolineare il valore di questi eroi, vere e proprie pietre di inciampo della comunità civile” ha detto il Prefetto Forlani.
I palazzi di Palermo “diventano tele su cui rappresentare, attraverso i colori, immagini dal forte valore simbolico”, spiega Alberto Samonà, assessore dei Beni culturali e dell’identità siciliana.
Di Lorella Rizzuto