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La Sicilia prima regione in Italia a tornare in gialla, cosa cambia

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Si avvia all’uscita dalla zona bianca e al passaggio al “giallo” la Sicilia.

Secondo gli ultimi dati aggiornati al 17 agosto, le cifre peggiori arrivano dall’Isola, che ha sforato la soglia massima (15%) dei ricoveri ordinari Covid per restare in bianca: è al 17%, già oltre di 2 punti e al ritmo dell’aumento di un punto al giorno mentre sulle intensive ha raggiunto il limite fissato del 10%: in questo caso con l’eventuale superamento di entrambe le soglie e l’incidenza ben superiore al tetto dei 50 casi ogni 100mila abitanti, la zona gialla scatterebbe tassativamente. Ma cosa cambierà di fatto?

In tutta Italia è stato abolito il coprifuoco, che quindi non è più valido in zona gialla, e gli spostamenti sono liberi, sia tra Comuni che tra Regioni.

I ristoranti sono aperti sia al chiuso che all’aperto, ma il limite di commensali al tavolo è di quattro persone. Regola che secondo Antonio Cottone, presidente di Fipe Confcommercio Palermo “comporterà una notevole diminuzione di fatturato. La situazione va gestita in maniera diversa. Il nostro lavoro è fatto di programmazione e così non possiamo pianificare nulla tra 15 giorni”.

Cambiano anche le regole per le mascherine, che restano obbligatorie sia all’aperto che al chiuso.

In zona gialla sono aperti i cinema, i teatri e i musei, le sale da concerto: la distanza di sicurezza tra gli spettatori è di almeno un metro, la capienza delle sale non deve superare il 50 per cento del totale. Si prevede un massimo di 1.000 persone all’aperto e 500 negli spazi chiusi e bisogna sempre indossare la mascherina.

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