Sono trascorsi due anni da quando Antonio Mangia dichiarò pubblicamente che sarebbe stato disponibile a riaprire il Grand Hotel delle Terme. Disse di più: “Sono l’unico che può rilanciare la risorsa termale di Sciacca”. Politici e burocrati a Palermo avrebbero in breve frenato i facili entusiasmi del patron di Sciaccamare. Ma siamo già ai corsi e ricorsi storici. Sì, perché potrebbe chiudersi a breve il cerchio apertosi durante la campagna elettorale, con l’ormai celebre (e discusso) endorsement del capo di Aeroviaggi a favore della candidatura a sindaco Francesca Valenti. Mangia sa che un conto è avere a che fare con una Regione pachiderma, tutt’altro conto è avere a che fare con quel Comune adesso retto da chi, Francesca Valenti, è stata apertamente sponsorizzata, con una bella lettera di raccomandazione elettorale ai dipendenti. Mangia dunque alla finestra, che potrebbe far fruttare “affetto e vicinanza” mostrati alla nuova amministrazione prendendosi in carico la vertenza Terme e a riaprirle, in un gioco economico che potrebbe interessare lui e avvantaggiare Sciacca. Il percorso è tutt’altro che agevole, perché il tutto deve passare da un bando pubblico. Ma il coniglio dal cilindro potrebbe essere proprio questo. “Affetto e vicinanza – hanno accusato oggi dal centrodestra – si erano già palesati sin dai primi giorni di campagna elettorale ma che risiedendo evidentemente in ben altre motivazioni, sulle quali sarà nostra cura rimanere vigili”. Chissà a quali motivazioni si riferiscono quelli dell’Opposizione. Il sindaco Valenti, naturalmente, guarda alla prospettiva di far ripartire le Terme da Mangia con estremo interesse, pur nella necessità (e ci mancherebbe altro) di dover seguire la regolare trafila burocratica dell’evidenza pubblica. Non si può certamente escludere, a questo proposito, che anche ad altri imprenditori le Terme possano interessare, facendo una proposta perfino migliore di quella di Mangia, anche se appare improbabile. Insomma: potrebbe spiegarsi la recente euforia del centrosinistra a fronte della letterina di Alessandro Baccei. Un’euforia che ha fatto dire ai vertici del PD Michele Catanzaro e Simone Di Paola che, sostanzialmente, il vento è cambiato, e che ora con la Regione il Comune discute meglio di quanto non riusciva con Fabrizio Di Paola. È anche ipotizzabile, però, che il vento sia cambiato nella misura in cui si avvicinano le prossime elezioni regionali, ma il discorso qui si fa più ampio. Il centrodestra oggi ha invitato la maggioranza a evitare l’autoesaltazione e la denigrazione di chi c’era prima, opinando che i presunti cambi di passo sono solo una millanteria come un’altra. Ma torniamo al bando per le Terme. Chi dovrà scriverlo? Ieri sul nostro sito Alfredo Ambrosetti, uno che di Terme se ne intende, ha detto che secondo lui il Comune non deve certo chiedere l’aiuto della Regione. L’idea è quella di un gruppo ristretto, tecnico-politico. Nella maggioranza, d’altronde, ci sono soggetti che conoscono l’argomento, tra cui lo stesso Ambrosetti (candidatosi al Consiglio con la lista Nostra Sciacca), tra cui l’ex assessore Alberto Sabella. I prossimi passaggi saranno rivelatori.
Mangia alla finestra in attesa del bando pubblico: dopo l’endorsement pro-Valenti sarà lui a rilanciare le Terme?
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