“Un periodo di emergenza legato alla pandemia ancora in corso sta mettendo a dura prova tutti indistintamente, nello specifico non abbiamo mai avuto la presunzione , non essendo esperti in materia , di emettere sentenze nei confronti di chi governa a livello Centrale, a livello Regionale ed anche a livello locale per i provvedimenti che vengono adottati, speriamo sulla base di tutti gli indicatori previsti”. Lo scrivono oggi in una nota gli ex consiglieri comunali, Calogero Bono e Giuseppe Milioti.
“E’ chiaro – aggiungono – però che è mancata a tutti i livelli un’azione più incisiva per il completamento dei lavori dell’Ospedale di Ribera , perché, seppur giusto richiamare al rispetto delle regole i cittadini, riteniamo inammissibili le continue accuse mosse agli stessi ed anzi chiediamo quello che molti cittadini si chiedono e cioè, le motivazioni per le quali da un anno ancora non si sa quando sia pronto e soprattutto con quale altro nuovo personale aprirà l’Ospedale di Ribera. Questo probabilmente non avrebbe provocato intasamento di ricoveri al Giovanni Paolo II e quindi non avrebbe compromesso uno degli indicatori importanti che vengono valutati e che portano i Comuni ad essere dichiarati Zona Rossa. Le decisioni prese ormai gravano sui cittadini e sull’intera economia dei vari comparti della nostra città. Da turismo ai Bar alla ristorazione al Commercio, tutte le attività produttive ormai sono al collasso, conosciamo le sanzioni previste per gli esercenti e i cittadini ma non conosciamo le sanzioni per chi ancora oggi non e’ stato in grado di aprire nuovi ospedali”.
“La riapertura – affermano i due ex consiglieri – dopo il primo lockdown ha comportato una serie di costi gravosi, immediati ed indifferibili quali, giusto per fare qualche esempio, la sanificazione dei locali, l’adeguamento degli stessi alle misure di contenimento del virus, gli approvvigionamenti necessari ed il ripristino della forza lavoro, spese per il rispetto dei nuovi standard di sicurezza imposti dall’emergenza coronavirus, che riguardavano le nuove linee guida, applicabili a tutte le realtà aziendali atti a garantire luoghi di lavoro sicuri e protetti ed in cambio hanno ricevuto solo briciole e batoste dettate da nuove chiusure immediate senza mai ricevere i dovuti indennizzi”.
“Se da un lato – aggiungono – non hanno brillato il Governo Centrale ed anche quello Regionale, inaccettabile l’atteggiamento a livello Locale in termini di aiuti alle imprese della nostra città, eppure svariate sono le somme che il Comune di Sciacca ha introitato durante la pandemia e continuerà ad introitare con il nuovo decreto , diverse le somme che si sono liberate a fronte della rinegoziazione dei mutui, somme che dovevano servire a dare respiro ai nostri comparti e quindi avviare ad una task force per garantire detassazione IMU per i proprietari di immobili commerciali destinate alle attività produttive, azzeramento/riduzione delle imposte comunali ed anche degli indennizzi economici. Invece piuttosto che lavorare per garantire quanto sopra descritto, si è lavorato per fare in modo che nessuno o quasi nessuno potesse accedere a tali agevolazioni a causa di una inaccettabile richiesta di regolarità alle imprese in un momento poco opportuno. Oggi Dopo il danno la beffa , con tutto il rispetto delle prescrizioni imposte dalla legge non ci sembrava il momento più adatto per notificare avvisi IMU e TASI. Pertanto senza spirito polemico e da ex consiglieri, che tanto tempo avevano dedicato a tale questione, tramite incontri fatti con le parti sociali interessate, chiediamo a gran voce alla amministrazione di porre rimedio trovando la soluzione giusta ed avviando per una volta e per tutte un lavoro che da qui a poco a prescindere dagli aiuti Nazionali e Regionali possa garantire delle economie importanti ai comparti devastati dalla pandemia”.