La Camera del Lavoro di Sciacca chiede l’istituzione di un tavolo tecnico permanente per l’organizzazione sanitaria provinciale

Interviene nuovamente con una nota stampa su quanto affrontato all’ospedale di Sciacca per l’emergenza sul virus.

“La “tempesta imperfetta” del Covid-19 – scrive Zammuto il segretario Cgil – ci ha consentito di avere il tempo di non essere colti alla sprovvista e organizzare l’eventuale arrivo del virus che, come ampiamente anticipato da addetti ai lavori e come sta accadendo in Cina, il problema potrebbe ripresentarsi verso ottobre.
Le scelte assunte fino ad oggi, di creare due poli Covid presso i presidi ospedalieri di Agrigento e Sciacca, per via dei tanti dubbi che non sono stati chiariti, non consentono di comprendere se l’ospedale di Sciacca sarà un ospedale Covid 19 o se rimarrà un ospedale Spock con l’aggiunta di un pronto soccorso Covid 19 con annessi. Di positivo è successo che finanziamenti e donazioni hanno consentito di dotare l’ospedale di attrezzature come elettrocardiogrammi, ecografi, ventilatori, respiratori, 2 box a pressione negativa e tanto altro che prima del coronavirus ci sognavamo. Adesso è necessario capire: posto che il pronto soccorso Covid 19 è già pronto, e a detta di qualcuno fatto anche molto bene, che senso hanno i 75 posti Covid 19 a Sciacca, e la chirurgia Covid 19 a Ribera? Non sarebbe più coerente creare il reparto di malattie infettiva a Ribera che valorizzerebbe l’ospedale, dando finalmente un senso compito all’abbinamento Ospedale Riuniti di Sciacca e Ribera, e lasciare Sciacca così com’è con l’aggiunta del pronto soccorso Covid 19 e 15-20 posti limbo da utilizzare per i pazienti ricoverati per altre patologie e ai quali, inconsapevoli, gli si riscontra l’affezione per poi essere trattati separati dai non Covid delle altre unita’ operative?”.
Per rispondere a queste domande, secondo la Camera del Lavoro, è necessario costituire un tavolo tecnico permanente a livello provinciale tra le parti sociali e la diocesi in sinergia con i Sindaci per confrontarsi con il direttore generale per proseguire nella programmazione.

“Per non farci trovare impreparati – conclude Zammuto – alla paventata ripresa verso ottobre del coronavirus e per avere una rete provinciale definitiva e quanto più possibile coerente”.

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