A seguito della pubblicazione da parte di Risoluto.it di un articolo sull’uso di plasma Iperimmune in soggetti affetti da Covid19 , e che riporta il contributo del dottor Nino Sandullo, alcune considerazioni, al fine di chiarire meglio le problematiche e le implicazioni medico scientifiche, sono contenute in una nota che ci è stata inviata dal direttore della Struttura Trasfusionale di Sciacca, Pasquale Gallerano, che pubblichiamo:
“Premesso che l’uso di Plasma proveniente da pazienti guariti dal Coronavirus, ricco di anticorpi, utilizzato a fini terapeutici, per la cura dei pazienti affetti da una forma severa di COVID-19, rappresenta una tecnica già utilizzata anche in passato per la cura della SARS e dell’EBOLA, con comprovata utilità (già dal secolo scorso utilizzata per curare il Tetano e la Rabbia) e che le informazioni attraverso i media suscitano un notevole impatto, non solo mediatico ma anche emotivo, ritengo opportuno sottolineare che le notizie riguardanti le risultanze positive di tale strategia terapeutica sui pazienti affetti da Coronavirus devono essere comunicate con puntuale rigore scientifico. E’ importante sottolineare come il protocollo di Pavia e Mantova per tale trattamento, autorizzato dalla regione Lombardia e dal Ministero della Salute, sia stato velocemente recepito e preso d’esempio in tanti altri territori e nazioni ed ampiamente utilizzato in Cina e negli USA. Da subito, è arrivato anche l’interesse da parte della altre regioni italiane, tra cui la Regione Sicilia. L’Assessorato Regionale alla Salute, infatti, ha così richiesto alle strutture Trasfusionali della Regione preposte a tale attività ed all’uopo autorizzate, sotto l’egida del Centro Regionale Sangue, la redazione di un apposito protocollo, seguendo rigidi criteri di selezione imposti, in materia di sicurezza dei donatori (ex pazienti COVID-19) per la raccolta del plasma. In tal modo è stato avviato l’iter autorizzativo che coinvolge, oggi, il Comitato Tecnico Scientifico per il COVID19 dell’Assessorato alla Salute della Regione Sicilia in primis e poi il Centro Nazionale Sangue del Ministero della Salute. In conseguenza di quanto sopra, il Centro Regionale Sangue ha richiesto all’UOC di Medicina Trasfusionale di Sciacca, in quanto Centro di Qualificazione Biologica, la partecipazione in questo progetto che vede coinvolti i Reparti Clinici che hanno in cura i pazienti COVID. Tali reparti dovranno certificare, infatti, la guarigione dei soggetti candidati al prelievo di unità di plasma iperimmune, nonché inviarli alle strutture Trasfusionali individuate ad effettuare il prelievo, previo accertamento dei requisiti di Legge e la comprovata presenza di Immunoglobuline Neutralizzanti ad alto titolo. Pertanto, mi corre l’obbligo di chiarire che la produzione e l’utilizzo di plasma iperimmune non rappresenta una sperimentazione ma l’attuazione di un protocollo molto rigido che sottopone i Centri Trasfusionali ad un percorso previsto dalla Legislazione Italiana e che prevede esami aggiuntivi finalizzati a rendere l’emocomponete “plasma” iperimmune ed ipersicuro. Ne consegue che qualsiasi Struttura Trasfusionale, in ambito nazionale non possa procedere, autonomamente, a produrre plasma iperimmune necessario per tale strategia terapeutica, benché dotate delle attrezzature necessarie, senza che vi sia un’autorizzazione specifica ed i necessari collegamenti con i reparti di terapia intensiva (COVID-19).Non appare altresì utile invocare percorsi avventurosi che, come già avvenuto in “passato”, potrebbero avere un impatto, oltre che etico ed emotivo, anche risvolti di tipo penale . La medicina in quanto materia scientifica si basa sul rigido rispetto delle regole, sulla buona prassi e sulla evidenza dei risultati”.