“L’annuncio del Governo regionale dello scorso mese di destinare cento milioni per garantire l’assistenza alimentare alle famiglie in grave disagio socio – economico per effetto dell’epidemia in corso rischia di innescare e di scaricare sui comuni siciliani una tensione sociale insostenibile”. E’ quanto sostengono i sindaci del territorio che oggi hanno inviato una lettera all’Anci Sicilia e al presidente della Regione, Nello Musumeci.
” Il rischio reale – scrivono – è che le misure straordinarie introdotte si rilevino in parte un pericolosissimo boomerang o, nella migliore delle ipotesi, che richiedano tempi incompatibili con la finalità delle misure.
Lo stanziamento complessivo dei 100 milioni promessi, come è noto, derivano da due progetti comunitari: i primi 30 milioni, per i quali sono stati emessi i primi mandati di pagamento ai Comuni sono stati recuperati da codesta Regione dal PO FSE, il programma operativo del Fondo Sociale Europeo; gli altri 70 milioni, per cui non esiste ad oggi un bando, dovrebbero arrivare dal POC (il programma complementare operativo).
Trattandosi di somme di derivazione comunitaria destinate ad altri scopi, riteniamo sia necessario un lungo iter di “rimodulazione”. Mentre i primi 30 milioni, derivanti dal Fondo Sociale Europeo, erano destinati dall’ l’Asse II del PO FSE Sicilia 2014/2020 all’ Ob. specifico 9.1 (riduzione della povertà e dell’esclusione sociale e promozione dell’innovazione sociale) Azione 9.1.3 (Sostegno a persone in condizione di temporanea difficoltà economica anche attraverso il ricorso a strumenti di ingegneria finanziaria, tra i quali il micro-credito, e strumenti rimborsabili eventualmente anche attraverso ore di lavoro da dedicare alla collettività) e, quindi, è stato agevole per la Regione rimodularli perché coincidenti con l’oggetto della misura messa in campo, i restanti 70 milioni, da assegnare in quota capitaria ai Comuni, derivano, invece, dal POC 2014/2020 e dovranno essere stornati dagli assi 8, 9 e 10. Si tratta di somme che dovranno essere sottratte all’istruzione, formazione, turismo e ai beni culturali. Queste somme saranno le più complesse da rimodulare e riteniamo arriveranno sicuramente in forte ritardo, perché, a quanto pare, risultano addirittura impegnate per i fini cui sono destinate. Risulta evidente che, semmai questi soldi dovessero arrivare agli enti locali, ci vorranno quasi certamente mesi di attesa”.
Secondo i sindaci, la via più semplice e immediata sarebbe stata quella già definita dallo Stato a mezzo della Protezione Civile nazionale che ha autorizzato l’impiego delle risorse per l’emergenza attraverso variazioni di bilancio adottate con delibera di giunta anche in regime di esercizio provvisorio con procedure burocratiche semplificate stante l’esigenza di far fronte a bisogni indifferibili di buona parte della collettività.
Osserviamo. Nell’atto di adesione emanato dal Dipartimento al Lavoro, che riguarda la prima tranche da 30 milioni, sono enunciate le direttive vincolanti e rigide a cui gli enti destinatari devono attenersi.
Trattasi di fondi comunitari da rendicontare con procedure complesse pena la decadenza dei benefici.
In primis l’individuazione dei beneficiari e la distribuzione dei voucher (da 300 a 800 euro) ma questo riteniamo sia l’ultimo dei problemi.
Ed infatti occorrerà :
Alla luce di tali innumerevoli criticità, i Sindaci, invitano il governatore ad una immediata e diversa soluzione stante che, a nostro avviso, si dovrebbero prontamente recuperare e mettere a disposizione degli enti locali risorse proprie della Regione che consentirebbero di porre in essere una procedura semplificata, simile a quella adottata dallo Stato, che ha consentito agli Enti locali di provvedere tempestivamente a dare una prima risposta a bisogni indifferibili. Tanto al fine di evitare l’insorgere di gravi tensioni sociali”.