Riceviamo e pubblichiamo il contributo di uno degli ex sindaci della città di Sciacca, Lillo Craparo, sindaco della città dal 1982 al 1983 e che oggi vive in Brianza. Craparo ha raccontato la sua permanenza in questi giorni ad Abano Terme, cittadina veneta nota per le sue strutture termale e il dispiacere per la chiusura, invece delle Terme saccensi. Una sua amara riflessione sulla grande perdita che ricade nelle responsabilità di tutti.
“Ho fatto ritorno ad Abano Terme,dopo alcuni anni. L’ ho ritrovata rinnovata e potenziata. Alberghi con annesse cure termali, pieni di ospiti italiani e stranieri, ristoranti e negozi beneficiari di queste presenze non improvvisate ma programmate da tempo, a conferma che il turismo termale funziona. Ho prenotato in un hotel, di proprietà, assieme ad un altro, di una famiglia di Butera, mi hanno parlato di Sciacca, dispiaciuti del fatto che le Terme di Sciacca sono inspiegabilmente chiuse e non vi sono a breve prospettive di una riapertura. Anche ad Abano ,come a Sciacca,si vota l’undici giugno per le amministrative. Ho assistito ad un incontro, si dibatte su come potenziare ancora più Abano e puntare ad un incremento delle presenze. Non so se a Sciacca l ‘argomento Terme sia al centro del dibattito politico, spero di si.
Ricordando l’apertura degli alberghi di Sciacca mare, quando nel lontano 1983 ho avuto l’onore di presenziare, da Sindaco della città, all’inaugurazione dei 4 hotel, mi piange il cuore. Abbiamo sprecato tutti, nessuno escluso, tante occasioni per potenziare l ‘attività alberghiera, specie quella connessa con il termalismo: Grande hotel chiuso, alberghi di San Calogero chiusi e quel che è più grave le Terme ferme e chiuse.
Pur potendolo, non ho voluto contattare gli imprenditori di Abano, che vennero in Sicilia e a Sciacca negli anni 80, per un saluto, nel timore che mi chiedessero i motivi di tali misfatti,ai quali non avrei saputo rispondere.
Quindi niente caffè o aperitivo con Rossetto e Voltolina ,albergatori di Abano, tranne una preghiera per Mioni, altro protagonista ,venuto meno”.
Lillo Craparo