Cronaca / Attualità

Anziano morto all’ospedale Ingrassia in attesa di un posto, La Rocca Ruvolo: “Un fatto molto grave su cui andrò fino in fondo”

L’uomo, di 77 anni, di Monreale, è deceduto al pronto soccorso dell’ospedale Ingrassia di Palermo mentre era in attesa di un posto in cardiochirurgia. Le sue condizioni, infatti, si sarebbero aggravate per una dissecazione aortica in corso. La Rocca Ruvolo: “Fatto increscioso, andrò fino in fondo.”

Il presidente della sesta commissione Salute all’Ars, Margherita La Rocca Ruvolo, sta preparando un’interrogazione all’assessore Ruggero Razza su quanto successo all’ospedale Ingrassia di Palermo, dove un uomo di 77 anni è morto mentre era in attesa di un posto nei reparti di cardiochirurgia. Posto che non è mai stato trovato. “Voglio sapere il nome e il cognome delle persone che si trovavano nelle sale operatorie dell’Ismett, del Policlinico di Palermo, di Villa Maria Eleonora, degli ospedali di Catania dove ci sono le cardiochirurgie. Voglio sapere perché non è stato trovato un posto – ha commentato La Rocca Ruvolo. Nei giorni scorsi – aggiunge – quando come commissione abbiamo fatto un giro per gli ospedali palermitani, ho chiesto come venivano garantiti gli interventi no Covid, non mi è stata manifestata nessuna criticità al Policlinico di Palermo, dove è stata trovata una soluzione – aggiunge il presidente della sesta commissione – Il direttore sanitario dell’Ismett, in quell’occasione, mi ha detto che loro proseguono regolarmente tutte le attività compresi i trapianti. Ora non capisco come i medici dell’Ingrassia non abbiano trovato un posto per operare l’uomo di Monreale. Sono molto indignata”.

La presidente della commissione ha già fatto richiesta ufficiale per avere le cartelle cliniche dell’uomo deceduto e tutte quelle delle persone operate, sabato scorso, nei vari ospedali siciliani. “Non è accettabile, con quello che paga la Regione per la sanità, che una persona muoia al pronto soccorso. Noi dobbiamo stare dalla parte dei cittadini. E staremo dalla parte della famiglia dell’uomo di Monreale per sapere se sia stato fatto il possibile per salvarlo”. 

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