La situazione sarà pure ingarbugliata, e questo nessuno lo lega. Tuttavia, ancora una volta, alla Regione siciliana la destra ha dimostrato di non sapere cosa facesse la sinistra. E non parliamo di schieramenti politici. Fatto sta che Gaetano Armao ha sicuramente sorpreso tutti nel dire che la Regione aveva “consegnato” il Samonà al comune di Sciacca. Consegna? Fu consegna o, piuttosto, un affidamento a tempo determinato, scattato dal convegno regionale del Rotary del 2015? Che, poi, si sarebbe potuto fare di più e meglio sia per scongiurare il vandalismo, sia per permettere alla struttura di continuare a funzionare, ancorché col meccanismo delle spese (peraltro piuttosto esose) da sostenere per ogni singola rappresentazione (perfino per accendere le luci bisognava pagare) questa è un’altra questione.
Si apprende che la Regione per la verità lo scorso dicembre rinnovò la concessione del Teatro al comune, ma che l’amministrazione Valenti (per mancanza di fondi) non riuscì mai ad organizzarvi una sola rapprsentazione. Sotto questo profilo, va detto, la giunta Di Paola riuscì a far partire la macchina, ancorché coinvolgendo degli impresari privati. Ma che oggi il professor Armao dica che la Regione “consegnò” il Teatro e che la città non ne ha approfittato non è giusto. Sì, perché non va dimenticato che nell’avventura ultraquarantennale del Samonà, riaperto quasi per sfinimento, c’è sempre in piedi la questione del muro di cartongesso che taglia in due il palcoscenico, per il quale la Regione (proprietaria dell’immobile) come è noto non è ancora stata in condizione di rimediare.